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La Costiera Amalfitana a numero chiuso

Inserito da (redazionelda), giovedì 30 aprile 2020 10:11:23

Domenica sera, abbiamo appreso che il settore del turismo deve avere pazienza per parecchio tempo ancora. Chissà. Una sola cosa è certa. Quest'anno, anche in Costiera, tutto cambierà per tutti. Perché le caratteristiche della crisi sanitaria hanno livellato le posizioni, non offrendo né ‘spazi di manovra' né ‘vie di fuga', e dimostrano che, in assenza di una azione comune, non si può ‘salvare nessuno'. Epperò, fino ad ora, non sembra siano emersi concreti suggerimenti e neppure si ha notizia di ‘tavole rotonde' dove valutare, concordemente, progetti idonei a garantire lavoro e futuro. Molti parlano, nessuno dice. Forse, si attendono le disposizioni governative. Ma, esse riguarderanno gli aspetti operativi specifici delle singole attività, non le modalità di organizzazione dei distretti nel territorio nazionale.

In sostanza, spettano agli Organismi della Costiera le scelte originarie che, in funzione delle peculiari caratteristiche di interdipendenza, possano offrire soluzioni in termini di accesso, mobilità, fruibilità, vivibilità, salute. Non sono accettabili, quindi, né l'assenza di una concertazione comune né fughe in avanti di chi spera di risolvere per sé. La Costiera, o si salva tutta insieme, o non si salva. Per questo, sarebbe necessario predisporre una ‘cornice' di regole nell'ambito delle quali inserire concrete ‘linee guida' per una gestione ‘sotto controllo' nell'interesse di tutti. Perché, se qualcosa dovesse ‘andare storto', una ‘bella zona rossa' di quarantena non la impedirebbe nessuno. E sarebbe la fine. L'organizzazione di una ‘vacanza immune in comune' dovrebbe poggiare su tre scelte di fondo:

1) test sanitari diffusi (la Costiera ha solo circa 35.000 abitanti ed è stata poco toccata dal virus);

2) creazione di un Unità Speciale di Assistenza Virus per interventi immediati;

3) ingressi ‘su prenotazione' con divieto degli accessi ‘a zonzo'. Cioè, dovrebbero entrare solo i prenotati, a parte i proprietari di seconde case. Non sarebbe difficile fare questo per iniziare, in breve tempo, a lavorare in sicurezza. I turisti, certamente solo italiani, potrebbero prenotare tramite un portale web le camere, i B&B, gli appartamenti. Ovviamente, una volta entrati, avrebbero libero accesso a ‘tutti' i locali, bar, pasticcerie, rivendite, negozi, che, in ogni caso, dovrebbero privilegiare il delivery per le case di vacanza.

L'accesso a turni agli stabilimenti balneari, mattina e pomeriggio, consentirebbe il ‘recupero' della riduzione degli ombrelloni. Meno sole per ciascuno, più sole per tutti. Le spiagge libere potrebbero essere concesse ad Associazioni di giovani con le medesime modalità operative. Le stesse Associazioni potrebbero essere utilizzate per i servizi comuni e il controllo degli accessi.

Questo per assicurare il lavoro a quei tanti che, purtroppo, non avranno la riconferma del contratto stagionale. Per la mobilità interna tra i centri potrebbero essere messi a disposizione degli ospiti mezzi ecologici, a due o quattro ruote, che avrebbero agilità di movimento grazie al notevole ridimensionamento del traffico. Una Costiera ‘a numero chiuso' vedrebbe diminuire i flussi ma avrebbe una domanda sufficiente a superare le difficoltà di una stagione molto problematica.

Tutto questo, come premessa per una futura, necessaria, riconversione verso una modernità ecosostenibile volta a trasformare il territorio in una vera e propria ‘Terra dei Luoghi di cultura e vita'. A condizione, però, che siano prioritariamente risolti i veri problemi della ‘condivisione delle scelte', del potere decisionale, delle modalità di accesso e della mobilità interna. La Costiera ha bisogno di scelte.

 

Alfonso Marangone

Associazione Io Salerno

Fonte: Il Vescovado

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