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Napoli, quei finali maledetti

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 16 settembre 2002 00:00:00

In un certo senso non è cambiato nulla. Ovvero, in quanto a difetti, il Napoli ha cominciato il nuovo campionato giusto là dove aveva concluso l'ultima stagione. Un dato su tutti: gli azzurri non solo prendono sempre almeno un gol (da luglio ad oggi, appena 3 volte su 11 hanno resistito dall'inizio a fine gara, uscendo immacolati soltanto dagli «scontri» con la selezione dell'Alto Adige, col Calciochiese e col Lanciano), ma continuano anche ad incassare reti negli ultimi minuti. Che sia amichevole o match ufficiale, fa lo stesso: l'ultimo quarto d'ora è sempre fatale. Così è capitato contro l'Hannover (39'), contro la Lazio (35'), con la Salernitana in Coppa (33'), con la Nocerina (38'), ancora contro la Lazio (47'), con la Ternana sempre in Coppa (34'), infine col Cagliari nell'esordio in campionato (37'). Un viziaccio che il Napoli si porta dietro dalla stagione scorsa, quando ha fatto la stessa cosa 10 volte. Una continuità che non rassicura affatto, anche perché, nonostante il realismo difensivo di Colomba, il vizio appartiene più all'esperienza del Napoli che a quella dell'allenatore. Questione di giocatori, dunque (non a caso, il Napoli è praticamente rimasto tale e quale), ma anche d'organizzazione, visto che ancora non ha trovato il modo di correggere il suo stramaledetto vizio. Eppure, questa sua disgraziatissima abitudine una spiegazione deve averla. Troppo facile dire che la prima ragione sta nella non eccellentissima qualità della difesa, nella "fesseria" che prima o poi qualcuno fa. Così come regge fino ad un certo punto la storia del declino atletico della formazione, in sofferenza nel finale. No, probabilmente le ragioni sono un po' più serie. La prima potrebbe nascondersi nella mentalità della squadra e dello stesso Colomba (nella foto), convinti, sembrerebbe, che un vantaggio va difeso richiamando tutti sulla linea dei terzini. L'altra, invece, potrebbe essere addirittura strutturale, ovvero, al Napoli manca un palleggiatore a centrocampo, uno al quale affidare il pallone invece di catturarlo e restituirlo immediatamente all'avversario. Insomma, il Napoli nei momenti decisivi pecca - e molto - in quel "possesso palla" che, si sa, è la prima, vera, solida, intelligente e meno rischiosa difesa di una squadra. Ed è un peccato, perché questo difetto grave compromette a rimpicciolisce quel che di buono nella squadra pure c'è.

LA CONVINZIONE DI STELLONE

«A Cagliari ho intravisto alcuni aspetti che mi rafforzano ancor più l'idea che andremo in serie A»

A Cagliari ha realizzato il primo gol del Napoli ed il primo gol del campionato di serie B 2002-2003. Roberto Stellone (nella foto in basso) è andato in gol dopo appena due minuti di gioco. Per la verità, aveva fatto centro anche un minuto prima, ma la posizione irregolare di Floro Flores aveva costretto il mediocre Palanca ad annullare la rete. «Chi ben comincia... Si dice così? Sono soddisfatto per me e per il Napoli. Già prima dell'incontro al Sant'Elia ero sicuro delle possibilità della squadra; adesso le mie convinzioni si sono rafforzate». Cosa la rende più convinto della sua idea che il Napoli andrà in serie A? «Nella prestazione a Cagliari ho intravisto alcuni aspetti che, aggiunti alle mie precedenti idee, mi rendono ancora più sicuro della forza del Napoli e della promozione». Ci dica quali...«La caparbietà e l'orgoglio della squadra. Non si è abbattuta dopo la deludente partita a Terni, né dopo le aspre critiche ricevute. Ha fatto blocco e ha reagito. È stata veemente la nostra partenza. Peccato non aver chiuso immediatamente l'incontro. Ancora: abbiamo preso un punto su un campo ostico come ambiente e quasi proibitivo per il terreno di gioco». Quegli spalti vicinissimi al campo... «... rendono incandescente l'atmosfera, possono condizionare. Inoltre, venivamo dalla serata a Terni e non è stato facile giocare il secondo tempo su un campo diventato pantano». Bastano questi aspetti per farla essere ottimista? «No. Vanno ricordati gli inserimenti nell'organico di Ferrarese e di Dionigi. Va evidenziato che, piano piano, la squadra mette sempre meglio in pratica il credo di Colomba. Fa bene il nostro allenatore a non accontentarsi ed a rifiutare gli elogi. Possiamo fare di più, i mezzi ci sono, soprattutto quando potremo godere di una settimana di soli allenamenti, quando si giocherà su un campo normale». Samp, Ternana e Bari già in fuga. «È presto per dare giudizi, anche se certi organici sono di tutto rilievo. Comunque, anche chi ha perso la prima gara potrà rifarsi».

Fonte: Il Portico

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