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Tu sei qui: Economia e TurismoPorto di Maiori, anche D’Amato e Sarno contro gestione “fai da te”: «Bisogna affidarsi a imprenditoria di settore»

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Maiori, Costiera amalfitana, porto turistico, Miramare

Porto di Maiori, anche D’Amato e Sarno contro gestione “fai da te”: «Bisogna affidarsi a imprenditoria di settore»

«Nessuna Amministrazione può pretendere di “saper fare con le proprie risorse” ma sicuramente deve darsi le capacità di perseguire risultati, quelli che l’economia turistica portuale richiede e che solo l’intervento di esperti e di professionalità adeguate può assicurare in un territorio che di turismo deve vivere»

Inserito da (Maria Abate), lunedì 14 giugno 2021 10:34:22

A Maiori, la gestione dei servizi del Porto turistico sono stati affidati alla Miramare Service srl. Questa decisione aveva fatto storcere il naso, lo scorso 5 giugno, già ai consiglieri comunali di minoranza di "Idea Comune", che avevano scritto un'interrogazione al Sindaco Antonio Capone, in cui chiedevano di tenere fuori dalla gestione la Miramare e di coinvolgere il consiglio comunale.

Dello stesso avviso sono anche le consigliere di opposizione di #Maioridinuovo, Elvira D'Amato e Nicoletta Sarno, secondo cui «Nessuna Amministrazione può pretendere di "saper fare con le proprie risorse" ma sicuramente deve darsi le capacità di perseguire risultati, quelli che l'economia turistica portuale richiede e che solo l'intervento di esperti e di professionalità adeguate può assicurare in un territorio che di turismo deve vivere».

Di seguito il testo dell'intervento postato a mezzo facebook, ieri, domenica 13 giugno.

 

L'opera Porto di Maiori ha ormai qualche decennio ma ancora rimangono importanti incognite da risolvere, rispetto alla struttura, all'ambiente, al turismo.

Molti gli interrogativi che le Amministrazioni si sono poste nel tempo e le variabili da ricomporre per avverare quella che sembra una vera e propria equazione.

Troppi i tentativi fallimentari di una gestione più o meno diretta del porto da parte delle Amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi.

Notoriamente i limiti che incidono sulla resa economica del porto riguardano problemi strutturali e quindi non si può più rimandare l'adeguamento dello stesso a criteri di stabilità della costa ovvero la trasformazione dell'attuale struttura da "occupazione del litorale" a trasformazione strutturale positiva per l'ambiente, il paesaggio e funzionale all'economia locale.

Nella migliore delle ipotesi si è addivenuti ad un mediocre pareggio di bilancio o ad un margine esiguo di avanzo, per niente incentivante ma mai abbiamo assistito ad una riflessione seria sulle finalità di uno strumento così importante... come dire di aver investito in un bene di lusso che poi non si ha la forza di mantenere...

Il porto, così com'è e, a scapito dell'ingente investimento fatto, ha mancato la propria funzione principale, quella di costituire un'opportunità di raro valore per far cambiare volto alle politiche del turismo del paese.

Nessuna Amministrazione può pretendere di "saper fare con le proprie risorse" ma sicuramente deve darsi le capacità di perseguire risultati, quelli che l'economia turistica portuale richiede e che solo l'intervento di esperti e di professionalità adeguate può assicurare in un territorio che di turismo deve vivere.

Oggi ci si limita ancora una volta ad affidare gli ennesimi "servizi aggiuntivi" alla Miramare service, quali la gestione dei posti di ormeggio, del solarium e della pulizia dei bagni.

Ben altre aspettative dovrebbero entrare nella visione di un'Amministrazione che punti ad essere all'altezza dei tempi: turismo nautico da diporto, gestione integrata tra servizi alle imbarcazioni ed alle persone con creazione di posti di lavoro, attrazione turistica tramite un sistema integrato con i porti vicini e con le risorse ambientali, naturalistiche, culturali e storiche, trasformazione del porto in luogo di scambio, aggregazione durante tutto l'anno.

Tutto questo non può certo essere frutto di politiche "fai da te" ma dovrebbe essere legittimamente affidato ad un'imprenditoria di settore, inserita in reti nazionali ed internazionali di gestione di porti turistici, in grado di operare sinergie appropriate per la creazione di un volano turistico ed economico.

Nel corso degli anni abbiamo visto le spiagge di Maiori "ritirarsi", come dire di non volerne più sapere di combattere con l'intervento dell'uomo e qualche mareggiata di recente, i cui danni sembrano ormai diventati insanabili, ci ha confermato la ribellione della natura...

Ci auguriamo che, almeno in tempi di ripresa da postcovid, le menti s'illuminino ed, invece di perseverare a stravolgere il territorio con progetti di "perforazioni di montagne" (tunnel Maiori Minori) che trasformeranno il Porto di Maiori in un cantiere per i prossimi 10 anni, si diano la capacità di ricorrere al "Fondo complementare al Piano di Ripresa e Resilienza" che ha appena assegnato 1470 miliardi di euro per lo sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici.

Margherita Yourcenar attribuiva all'Imperatore Adriano le parole "costruire un porto significa fecondare la bellezza di un golfo...come se ci fosse sempre stato".

...Dalla Storia abbiamo ancora troppo da imparare...

 

Leggi anche:

Maiori, "Idea Comune" chiede al Sindaco di escludere Miramare da gestione porto: «È incompetente»

Fonte: Maiori News

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