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Immigrazione, politiche anti-famiglia e spopolamento

Costiera Amalfitana parco a tema per ricchi anziani

Il lavoro degli immigrati è già oggi fondamentale per il turismo e i servizi locali, ma l’assenza di politiche a sostegno delle famiglie e di alloggi a prezzi calmierati sta accelerando lo spopolamento della nostra terra

Inserito da (Admin), mercoledì 20 agosto 2025 11:34:54

di Massimiliano D'Uva

Negli ultimi anni l'Europa ha visto un afflusso migratorio di proporzioni senza precedenti. Secondo i dati ufficiali, nel solo 2022 si sono registrati oltre 5 milioni di ingressi, 2,5 milioni nel 2023 e altri 4,4 milioni nel 2024. In totale, dal 2010 ad oggi, parliamo di 63 milioni di persone: una nuova "nazione" dentro l'Unione Europea.
Al di là dei numeri, il punto cruciale è che questa trasformazione demografica non si limita alla manodopera a basso costo, ma sta ridisegnando la fisionomia sociale e culturale dei nostri Paesi.

La Costiera Amalfitana è già un laboratorio di questa dinamica. Oggi gran parte delle strutture turistiche, della ristorazione, dei trasporti e persino dei servizi domestici si reggono sul lavoro degli immigrati. Senza di loro, la nostra economia si fermerebbe. Eppure, nello stesso tempo, non si fa nulla per sostenere le famiglie locali e l'integrazione di chi è ormai fondamentale per l'esistenza stessa delle nostre comunità..

Politiche abitative inesistenti, totale mancanza di alloggi a fitto calmierato e costo della vita insostenibile sono le cause per cui le nuove generazioni cercano altrove il loro posto nel mondo. Gli stipendi non reggono il confronto con i prezzi delle case, gonfiati da una rendita turistica sempre più aggressiva. A questo si aggiunge un clima culturale in cui chi prova a parlare di natalità o di sostegno agli autoctoni viene tacciato di "arretratezza" o addirittura di "fascismo".

È un paradosso: da un lato il nostro territorio si svuota dei suoi abitanti, dall'altro importiamo manodopera dall'estero per tenere in piedi il sistema. Un circolo vizioso che, se non interrotto, porterà nei prossimi trent'anni la Costiera a trasformarsi in una sorta di Disneyland per anziani facoltosi, dove il tessuto sociale originario sarà solo un ricordo da cartolina.

Credo di averlo più volte detto e, forse, scritto: avremo bisogno di attori per impersonare pescatori, massaie, sarte e tutte le altre figure che hanno contribuito a rendere la "Divina" tale. Insomma come oggi si incontrato i personaggi Disney nella "main street" del parco a tema parigino, così i turisti del futuro faranno selfie insieme ad attori e animatori professionisti che impersoneranno noi cittadini nel 2123 (per citare un anno molto caro a Luciano Ligabue in "anime in plexiglass").

Un tempo la politica era legata ai territori, ai voti, alle comunità. Oggi è sempre più dipendente da fondazioni e poteri finanziari che comprano legalmente la fedeltà dei rappresentanti. Così, mentre si discute di accoglienza e globalizzazione, nessuno si occupa del problema vero: la sopravvivenza delle comunità locali, il diritto dei giovani a restare a vivere nella propria terra, il sostegno concreto a chi vorrebbe costruire una famiglia qui.

Il rischio, concreto e sempre meno ipotetico, è che la Costiera Amalfitana, patrimonio unico al mondo, perda la sua identità culturale e sociale. Non basteranno turisti e pensionati di lusso a tenerla viva. Senza politiche serie per le famiglie, senza case accessibili, senza un progetto demografico che guardi oltre le stagioni turistiche, il futuro sarà uno solo: un territorio svuotato, popolato da chi può permetterselo, ma non più da chi lo ha reso grande.

Fonte: Positano Notizie

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