Tu sei qui: Flusso di CoscienzaIl calcio delle donne, epica e visione: la poesia di Klaus di Amalfi
Inserito da (Admin), lunedì 28 luglio 2025 17:19:15
Un omaggio alla finale dell'Europeo femminile 2025.
Inghilterra campione ai rigori, ma a vincere è soprattutto una visione nuova del calcio:
elegante, intenso, universale.
Non chiamatele eroine per eccezione.
Sono campionesse per vocazione.
Nella notte d'Europa, sotto una pioggia di applausi e fatica, ventidue donne hanno giocato per molto più di una coppa.
Hanno giocato per sé stesse, per le bambine che un giorno le imiteranno, e per chi ha sempre creduto che il calcio sia un linguaggio senza genere, ma non senza anima.
Spagna e Inghilterra, rivali, sì, ma sorelle nella stessa sfida.
Dimostrare che il calcio femminile non è un'imitazione, ma un'espressione autentica, potente, raffinata dello sport più popolare del mondo.
Hanno lottato con grinta e intelligenza, non con l'arroganza dei colpi proibiti.
Hanno corso con il cuore, ma senza tradire la geometria del gioco.
Hanno vinto tutte, anche chi non ha segnato.
Perché in questo campo non c'era spazio per la farsa o il tuffo teatrale, ma solo per il gesto elegante, per la visione lucida, per la bellezza vera di un passaggio riuscito o di un tackle pulito.
Un gioco fatto di muscoli allenati e menti sveglie, di coraggio tecnico e compostezza tattica.
Un gioco che non chiede sconti, ma pretende rispetto.
E così, dopo 120 minuti intensi finiti sull'1 a 1, il destino ha scelto il verdetto più crudele e affascinante:
i rigori.
E lì, sul dischetto, tra battiti accelerati e silenzi pesanti, l'Inghilterra ha saputo essere più lucida, più cinica, più pronta.
Tre gol a uno nella sfida finale, e la coppa vola oltre la Manica.
Onore al merito, alzi la coppa chi oggi ha vinto.
Ma a trionfare è la visione.
Quella di un calcio dove conta il talento, non il genere.
Dove l'eleganza è un'arma, non una fragilità.
Dove ogni contrasto è leale, ogni gol è pensato, ogni gesto è un atto di presenza.
Questa non è la fine di un torneo.
È l'inizio di un'epoca.
Un'epoca dove il calcio non è "femminile" per definizione, ma umano per intensità.
E finalmente, universale per diritto.
Klaus di Amalfi
Fonte: Il Vescovado
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