Tu sei qui: GourmetLa Pizza degli Zar: Chef Ciro reinventa la "Cosacca"
Inserito da (Admin), domenica 24 novembre 2024 16:04:58
La pizza, simbolo universale di convivialità e sapore, si arricchisce di storia e innovazione grazie allo chef Ciro Di Maio. Il pizzaiolo, originario di Frattamaggiore, ha riportato alla ribalta la Cosacca, un'antica pizza napoletana dedicata nel XIX secolo agli Zar di Russia. Nel suo ristorante "San Ciro" a Brescia, Ciro presenta una versione arricchita dal ragù alla napoletana, preparato secondo una ricetta tramandata dalla madre.
"La Cosacca racconta una storia di povertà e genialità napoletana" spiega lo chef. "Un tempo era il risultato di scarti, ma oggi diventa un piatto raffinato che rispetta le tradizioni e celebra la mia terra."
La pizza originale, priva di mozzarella, si distingue per la semplicità dei suoi ingredienti: pomodoro, basilico, formaggio grattugiato e olio extravergine campano. Un piatto che unisce la Marinara e la Margherita, ma che si distingue per il pecorino o il parmigiano, sapientemente dosati per esaltarne il gusto.
Secondo la tradizione, fu creata per omaggiare lo Zar Nicola I e sua moglie Aleksandra, ospiti del re Ferdinando II di Borbone nel 1844. Gli Zar apprezzarono così tanto la pizza che regalarono a Napoli le due statue di bronzo dei Palafrenieri, tutt'oggi visibili nel giardino di Palazzo Reale.
"Per realizzare una Cosacca perfetta serve precisione" spiega Chef Ciro. "Il formaggio deve essere ben bilanciato, e il ragù, con le sue dodici ore di cottura, aggiunge una profondità di sapore che la rende unica."
Oltre a rinnovare la tradizione, Chef Ciro è noto per il suo impegno sociale: insegna l'arte bianca ai detenuti, promuove progetti educativi e dona risorse a chi è in difficoltà. Nel suo ristorante, la passione per la cucina si unisce a un profondo rispetto per il territorio e la comunità.
La Cosacca di Chef Ciro è un viaggio nei sapori e nella storia, un piatto che unisce passato e presente con la maestria e la passione di chi, ogni giorno, lavora per valorizzare le eccellenze della Campania.
Fonte: Il Vescovado
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