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Lettere alla redazione

Riflessione civile e culturale

“Figli di un vuoto”: nelle riflessioni di Claudio Rispoli la responsabilità degli adulti nella crisi dei giovani

Prendendo spunto dallo sfogo del giornalista Sigismondo Nastri, Claudio Rispoli firma un'analisi profonda e senza sconti sul decadimento morale e sociale delle nuove generazioni. Una denuncia che chiama in causa famiglia, scuola, Chiesa, politica e cultura digitale, fino a un poetico e amaro appello: “Non sono loro a cadere, siamo noi che abbiamo smesso di reggere”.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 19 giugno 2025 11:51:38

In un tempo in cui la società sembra aver smarrito i suoi riferimenti essenziali, il contributo di Claudio Rispoli si inserisce come una riflessione lucida e coraggiosa sul malessere morale e civile che attraversa le giovani generazioni. Prendendo spunto dallo sfogo del giornalista Sigismondo Nastri, l'autore allarga lo sguardo a una crisi intergenerazionale che coinvolge famiglie, scuola, Chiesa, politica e cultura digitale. Attraverso un'analisi schietta e uno scritto finale di forte impatto emotivo, Rispoli invita a interrogarci sul ruolo degli adulti e sulla responsabilità collettiva nella costruzione del vuoto che circonda i giovani di oggi.

 

Di seguito il contributo di Claudio Rispoli.

 

Ringrazio il Dott. Sigismondo Nastri per il suo sfogo sulle attuali condizioni della nostra società.

Mi unisco a lui, indegnamente, e dico il mio.

Il decadimento giovanile morale e civile in Italia non è un fatto isolato imputabile solo a una generazione: è il prodotto di un insieme di fattori intergenerazionali, che si sono intrecciati nel tempo.

 

A seguire schematizzo il mio pensiero.

 

Crisi della famiglia

 

La famiglia, primo luogo di trasmissione di valori e senso del limite, ha perso coesione e ruolo educativo. Spesso è assente, frammentata o troppo permissiva. I genitori hanno talvolta rinunciato al compito di guida, delegandolo ad altri (scuola, media, tecnologia).

 

Fallimento educativo (scuola e Chiesa)

 

La scuola è stata svilita culturalmente e socialmente, ridotta a centro di prestazioni anziché di formazione.

La Chiesa, da parte sua, ha spesso tradito la sua missione profetica, adattandosi al potere o perdendo credibilità morale (vedi scandali e incoerenze), lasciando vuoti spirituali e smarrimento etico.

 

Cultura digitale e isolamento

 

L'impoverimento delle relazioni autentiche è evidente: il mondo digitale ha sostituito il confronto, il dialogo, l'empatia. I giovani crescono tra schermi e notifiche, ma privi di ascolto profondo e sguardi veri.

 

Crisi della politica e dell'etica pubblica

 

L'abbassamento del livello culturale, morale e linguistico dei politici ha trasmesso un messaggio devastante: che l'incompetenza, l'arroganza e l'opportunismo sono strumenti accettabili per il successo. I giovani lo assorbono.

 

Identità e ruoli in crisi

 

L'uomo è spesso rimasto immaturo nel percorso di emancipazione dall'idea patriarcale del proprio ruolo, mentre la donna ha (giustamente) accelerato il suo. Questo squilibrio ha generato insicurezze, conflitti, fragilità relazionali.

 

------------

 

"Figli di un vuoto"

 

Non sono loro a cadere,

siamo noi che abbiamo smesso di reggere.

 

Famiglie smontate come mobili d'occasione,

scuole svuotate,

parole divenute slogan.

 

La Chiesa ha perso il fuoco,

la politica la vergogna.

 

Li abbiamo cresciuti a schermi,

non a sguardi.

 

A desideri, non a confini.

A libertà senza radici,

a diritti senza doveri.

 

E l'uomo è rimasto indietro,

mentre la donna ha camminato avanti,

creando silenzi dove servivano dialoghi.

 

I giovani non sono smarriti,

sono soli.

E noi, adulti a metà,

siamo l'origine del vuoto

che oggi chiamano normalità.

 

 

Leggi anche:

Televisione, famiglia, scuola: se la società rinuncia a educare

Fonte: Il Vescovado

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