Tu sei qui: Libri"Da Cae[di]taria a Venere Citarea": a Cetara la presentazione del libro di Graziella Anastasio sulla varietà dei dialetti locali
Inserito da (Redazione), lunedì 22 agosto 2022 16:02:42
Per martedì 23 agosto a Cetara, nella piazzetta sotto la Torre alle ore 20, è prevista la presentazione del libro "Da Cae[di]taria a Venere Citarea", scritto dalla professoressa Graziella Anastasio: tema è l'analisi dei dialetti, da Salerno alla Costiera Amalfitana, sia nel loro utilizzo quotidiano che in quello teatrale.
È alla Pro Loco di Cetara, in particolare nella persona del Presidente Cav. Antonio De Santis, che si deve il merito di aver voluto e finanziato la pubblicazione del testo, reduce dal premio MarediCosta 2022.
La presentazione inizierà con i saluti del sindaco Fortunato Della Monica, del presidente della Pro Loco, del consigliere delegato alla Cultura Cinzia Forcellino e del consigliere delegato al Turismo Luigi D'Elia.
A seguire ci saranno interventi dell'avvocato Costantino Montesanto, cultore di storia locale; del professor Guido Iorio, docente ordinario di storia medievale, della giornalista Mafalda Bruno, del professor Francesco Criscuolo, già preside del liceo "Marini-Gioia" di Amalfi. A moderare sarà il professor Dario Luca Mattia, Giornalista de "La Città".
IL LIBRO
Il libro inizia con una panoramica sul sistema linguistico italiano e sui vari dialetti che danno vita alla particolarissima e vastissima frammentazione linguistica italiana, che già Dante attestava nei primi anni del Trecento nel De Vulgari eloquentia.
Tema centrale è la varietà del dialetto parlato a Cetara, di matrice napoletana, che presenta evidenti differenze dal parlato del resto della costiera: in particolare, si sofferma su Maiori, Minori e Tramonti.
All'interno del titolo vengono utilizzati due dei toponimi scelti dall'autrice, contro il più diffuso e popolare Cetaria, grosso cetaceo. Ce(di)taria, infatti significherebbe pertinenza della caedita, luogo disboscato di interesse fondiario, mentre Venere Citarea, rimanderebbe alla fecondità delle acque per cui è il paese è conosciuto. Altro importante toponimo è sicuramente l'arabo Jetaràs, accampamento.
Infatti, Cetara, distante dal resto della Costiera, fu Ribat saraceno a partire dalla prima metà del IX secolo. Diverse le testimonianze storiche che lo confermano. Una prova inconfutabile dell'insediamento arabo resta ancora oggi nella parlata locale, dove si possono sentire ancora molti arabismi, poi italianizzati, come arrassà, carràfa, fùnneco, mammòne, suricigno, coffa, sciaveca; termini appartenenti soprattutto al gergo marinaresco esclusivamente cetaresi come cantàro, Casbàna, caparràis, jalera, majazzeno.
Il testo si occupa anche di molte curiosità e tradizioni locali come la festa patronale, i proverbi, i soprannomi e le superstizioni popolari.
Presente anche un'interessante digressione letteraria del dialetto salernitano all'interno dell'opera seicentesca di Vincenzo Braca. L'autore propone in modo carnevalesco i contrasti tra salernitani e cavesi nelle Farse Cavaiole, in cui i cavesi vengono dipinti con tratti caricaturali.
Il libro si conclude con un'interessante appendice dello storico locale, Avvocato Costantino Montesanto, in cui ripercorre le tracce arabe all'interno di dialetto di un paese chiaramente fondato dai saraceni.
Al termine della presentazione, una copia del libro sarà data in dono ai soli presenti.
Fonte: Positano Notizie
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