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Carnevale, Chiacchiere, dolci, tradizione

Le chiacchiere di Carnevale, secondo Sigismondo Nastri

Per noi sono "chiacchiere" e va bene così. Altri preferiscono chiamarle "bugie", "frappe", ecc. Fa lo stesso. L’importante è che siano buone, leggere, delicatamente croccanti.

Inserito da (Admin), martedì 13 febbraio 2024 08:50:22

di Sigismondo Nastri

Parliamo di... chiacchiere, magari senza nemmeno aprire la bocca. Solo per masticarle delicatamente e gustarle al massimo. Non mi riferisco alle «chiacchiere e tabacchere ‘e legno ca ‘o Banco ‘e Napule nun 'e ‘mpegna» ma a quelle, oltremodo squisite, che sono la più tipica specialità dolciaria del Carnevale, conosciute con nomi diversi in tutte (o quasi) le regioni italiane. Mio suocero, che si divertiva un mondo a prepararle per tutta la famiglia, ed era in questo un maestro, le chiamava "nocchette" per il fatto che, realizzate le pettoline, vi faceva due incisioni parallele all'interno e intrecciava con le mani (senza stringerli) i segmenti di pasta ottenuti. Per noi sono "chiacchiere" e va bene così. Altri preferiscono chiamarle "bugie", "frappe", ecc. Fa lo stesso. L'importante è che siano buone, leggere, delicatamente croccanti.

Ecco una ricetta con relativo dosaggio, giusto come orientamento. Ma se andate a vedere su internet vi accorgete che non sempre il rapporto tra i vari ingredienti collima. I dolci fatti in casa hanno questo di bello: ognuno li personalizza in base alla propria capacità, alla propria fantasia, alla propria esperienza. Dunque: disponete la farina (gr. 500) a fontana e mettete al centro le uova (2), il burro fuso - o magari la sugna, come si usava una volta - (50 gr.), lo zucchero (2 cucchiai), il sale (un pizzico), un po' di liquore (es.: Limoncello o Strega, 50 gr.) e mescolate con la forchetta partendo dal centro. Poi continuate a impastare con le mani fino a ottenere un panetto liscio, che va posto in frigo per una mezz'ora. Dopo di che, dividete l'impasto in tre o quattro parti e stendete con un matterello delle sfoglie sottilissime. L'operazione può essere facilitata utilizzando la macchina per la pasta. È chiaro che, in questo caso, l'impasto dovrà essere passato più volte, riducendo progressivamente lo spessore dei rulli, fino ad impostare il livello 6. Tirata la sfoglia, tagliatela in rettangoli della lunghezza di circa 8/10 cm, fateci con una rotella dentata le due incisioni di cui ho detto sopra, intrecciate i segmenti ottenuti all'interno e calate le chiacchiere nella padella con l'olio (di arachide) bollente a friggerle. Appena si saranno dorate, scolatele, adagiatele in un piatto su carta assorbente e lasciatele raffreddare. Prima di essere servite dovranno essere spolverizzate con zucchero a velo.

(dal libro: 'A Cannarizia)

Fonte: Il Vescovado

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Le chiacchiere di Carnevale, secondo Sigismondo Nastri
Le chiacchiere di Carnevale, secondo Sigismondo Nastri

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