Il giorno dopo del comandante dei Vigili Urbani di Cava, Giuseppe Bruno, sollevato dall'incarico e spedito dalla Giunta Messina a riorganizzare gli uffici del Difensore civico. Bruno non ci sta e promette ferro e fuoco: «Appena avrò letto la delibera della Giunta, deciderò il da farsi. Certamente, mi muoverò per difendere i miei diritti e la mia persona profondamente ferita». Si sente tradito. Aveva accettato l'incarico di comandante dei Vigili perché chiamato direttamente dal sindaco Messina ed aveva offerto la sua collaborazione piena. Poi la rottura. «Non esistono - insiste Bruno - le motivazioni, né quelle addotte mi convincono. Comunque, saprò difendermi in tutte le sedi». Certamente, non potrà mai essere ripagato della ferita umana che la vicenda gli ha prodotto. É l'amico di infanzia, l'amico di lavoro, anche se oggi ricopre la carica di sindaco, che ha ritenuto di non dover tener conto della persona e del rapporto di amicizia che legava primo cittadino e funzionario. «Il limite è stato superato», afferma Bruno. Non aggiunge altro, ma sul suo volto si legge evidente il disagio.