Giuseppe Conte chiude letteralmente le porte al Pd viste le suggestioni su un possibile riavvicinamento tra le parti provando a ricostruire i rapporti come auspicato da Orlando, in caso di sconfitta alle elezioni contro il centrodestra per allearsi con Pd, appunto, e Terzo Polo per far "fronte comune" all'opposizione.

Oltre alla chiusura di Conte all'ipotesi paventata, c'è stato anche il no di Calenda all'idea paventata dall'ex ministro del lavoro.

Invitato dalla Confederazione nazionale dell'artigianato, Conte ha attaccato Mario Draghi, sull'uscita di Di Maio dal Movimento, chiedendo:

"Draghi come mai ha acconsentito? Perché - ha notato - non lo ha chiamato dicendogli 'non devi far fibrillare la maggioranza'? Come mai il Pd non ha detto la stessa cosa, 'datti una calmata'? Tutti zitti. Il silenzio comporta delle responsabilità".

Poi ha sollecitato il presidente del Cna, Dario Costantini, chiedendo di fare un 'confronto' tra gli esecutivi guidati da lui e quello guidato dall'ex presidente della Bce:

"Quante volte siete stati ricevuti a Palazzo Chigi? In 18 mesi una sola volta. Un po' pochino, quando c'ero io si è perso il conto dei nostri incontri. In questa crisi, se il governo non parla con voi c'è un problema...".

Al suo successore Conte rimprovera di aver abolito il cashback fiscale e soprattutto l'atteggiamento critico sul superbonus, tema caro alla Cna, secondo cui "è surreale che si butti la palla altrove" sui crediti di imposta.

Poi attacca:

"Perché accanirsi contro il superbonus? - si è domandato l'ex premier, mentre in Senato proseguiva il braccio di ferro sul dl aiuti bis - Il governo dovrebbe dare delle spiegazioni, non dovrebbe essere il Movimento 5 stelle a giustificarsi perché vuole introdurre una norma per semplificare la cessione dei crediti".

Fonte foto: Profilo Fb Conte e Commons Wikimedia