Il 7 ottobre, il Consiglio Comunale di Positano ha approvato una mozione condivisa che esprime una chiara posizione in favore della pace e del dialogo internazionale.

«Dal cuore di Positano, terra di accoglienza e di umanità, lanciamo oggi 7 ottobre, data drammaticamente simbolica, un segnale forte: basta guerre, basta conflitti», si legge nella dichiarazione dell'Amministrazione comunale.

Il documento, approvato in aula, esprime il sostegno al riconoscimento dello Stato di Palestina, subordinandolo però a una condizione esplicita: che "gruppi terroristici, quali Hamas, non abbiano alcun ruolo politico, amministrativo e militare nel nuovo stato". Un riconoscimento, dunque, che si auspica possa avvenire nell'ambito di un processo di pace duraturo e credibile.

All'interno della mozione viene anche richiamata la necessità di dare nuovo impulso al piano di pace proposto dall'ex presidente Donald Trump, con la speranza che possa "sortire, al più presto, esito positivo".

In piazza, a supporto del messaggio lanciato dall'amministrazione, sono state esposte le bandiere di diversi paesi coinvolti in conflitti armati in corso. L'iniziativa ha un valore simbolico e vuole richiamare l'attenzione sull'urgenza del tema. «Le bandiere che vedete non sono solo decorazione — esse rappresentano i paesi coinvolti nei principali conflitti nel mondo oggi. Sono simboli che parlano di dolore, divisione, perdita... ma soprattutto di quel potente desiderio: la pace».

L'Amministrazione sottolinea l'importanza di mantenere alta l'attenzione su questi temi anche a livello locale, attraverso azioni istituzionali che promuovano cultura della pace e del rispetto reciproco: «Che queste bandiere ci ricordino che, dietro ogni conflitto, ci sono persone, famiglie, bambini; che la guerra non è mai una soluzione, ma sempre una ferita che richiede tempo e solidarietà per essere sanata».

Infine, un invito a una riflessione collettiva: «Invitiamo tutti a riflettere su quanto siano inutili le armi quando manca il rispetto umano; quanto valga la pena cercare risoluzioni pacifiche, quanto sia urgente impegnarsi fattivamente per la pace».