Tu sei qui: Salute e BenesserePunti nascita del salernitano a rischio, Iannone e Vietri (FdI) contro la gestione di De Luca
Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 9 marzo 2023 11:46:41
«È gravissimo il comportamento del Governatore De Luca che si permette anche di insultare i Sindaci e gli Amministratori del sud della provincia di Salerno preoccupati per l'eventuale chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri. Appellarli come "pellegrini" è vergognoso; invitarli a fare il pellegrinaggio al Ministero della Salute è ridicolo. Sfuggire alla sua responsabilità istituzionale di chiedere una motivata deroga a quanto previsto dalla legge Balduzzi fornendo tutte le garanzie di sicurezza che deve fornire chi è titolare delle politiche sanitarie è tipico della sua incapacità politica ed amministrativa. È inutile che fa lo gnorri. Il pellegrino è il Governatore che va in giro a fare solo vuota propaganda. Solidarietà agli Amministratori dell'area sud della provincia di Salerno». Lo dichiara il Senatore di Fratelli d'Italia Antonio Iannone, Parlamentare del Collegio della provincia di Salerno.
Gli fa eco Imma Vietri, deputato di Fratelli d'Italia e capogruppo della commissione Affari Sociali alla Camera, dove procede l'iter della risoluzione per modificare i criteri di distribuzione dei punti nascita sul territorio nazionale.
«Per Fratelli d'Italia i punti nascita sono dei servizi essenziali per la salute e la sicurezza delle donne partorienti e dei loro neonati. Proprio per questo ho presentato una risoluzione in commissione Affari Sociali in merito alla distribuzione dei punti nascita sulla penisola. Molte strutture stanno purtroppo drammaticamente chiudendo, soprattutto al Sud Italia. Nella provincia di Salerno, per esempio, rischiano di chiudere i punti nascita di Polla, Sapri, Sarno e Vallo della Lucania, con la grave conseguenza non solo di andare ad intasare gli altri ospedali del territorio - già in affanno per la permanente carenza di personale - ma soprattutto di mettere maggiormente a rischio la salute e finanche la vita delle partorienti e dei loro figli».
«Secondo le attuali linee guida, devono essere, previa specifica deroga, almeno 500 i parti annui per il mantenimento di un punto nascita: è evidente che questo dato è totalmente inappropriato, soprattutto alla luce della crisi demografica in corso in Italia. Con questa risoluzione chiediamo dunque al Governo di aggiornare gli standard circa la distribuzione dei punti di nascita e considerare protocolli di sicurezza per offrire alti livelli anche per tutte quelle strutture con volumi di attività inferiori ai 500 parti. I punti nascita più piccoli sono infatti indispensabili per garantire, anche in aree più periferiche, di montagna o nelle isole, un servizio efficiente e adeguato per le donne e i loro bebè», conclude Vietri.
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Fonte: Il Vescovado
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