Tu sei qui: Storia e Storie25 aprile, Festa della Liberazione: memoria del passato ed auspicio per il futuro
Inserito da (admin), giovedì 25 aprile 2013 08:20:41
La Festa della Liberazione è, oltre che un giorno festivo sul nostro calendario, la memoria vivente di un momento fondamentale della storia del nostro Paese. Sono passati sessantotto anni dal 25 aprile 1945, data posta convenzionalmente per ricordare la fine del Ventennio fascista che si consumò in quei giorni. Si assistette all'epilogo di una triste pagina di storia, iniziata con la Marcia su Roma del 1922 e culminata nella violenza della guerra civile, che vide contrapposti i fascisti della Repubblica Sociale Italiana, vicina alla Germania nazista di Hitler, e la Resistenza partigiana che, supportata dagli Alleati, entrò vittoriosa nelle principali città italiane.
La Liberazione fu l'anticamera del Referendum sulla scelta fra Monarchia e Repubblica, tenutosi circa un anno dopo, il 2 giugno 1946, e la stesura, ad opera dell'Assemblea Costutuente, della Costituzione della Repubblica, ritenuta ancora oggi fra le migliori al mondo in virtù dei valori di uguaglianza, democrazia e libertà propugnati.
Se da un lato la memoria consente di ricordare con tristezza gli scempi compiuti dal regime fascista, quali la vergognosa approvazione delle leggi razziali del 1938, dall'altro aiuta a prendere spunto dal clima di collaborazione che, subito dopo la guerra, portò al compromesso costituzionale fra le forze che avevano liberato il Paese.
In un momento di difficoltà economica globale, infuocato dalla tragicità del dramma sociale che ne consegue, la Liberazione può insegnare ancora oggi che solamente dal rispetto di tutte le posizioni e dal reciproco venirsi incontro fra le parti politiche e sociali può sgorgare linfa vitale per ripartire, sia sul piano nazionale che nel più circoscritto ambito della Costa d'Amalfi.
La storia ha dimostrato che quando tutti remano verso la stessa direzione è più semplice trovare insieme la via per rilanciare la nazione ed i suoi territori periferici. E questo excursus, più che un platonico coacervo di buone intenzioni è, oggi più che mai, una tragica ed impellente necessità d'azione a cui nessuno può sottrarsi.
Fonte: Il Portico
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