Tu sei qui: Storia e StorieAmatrice e il Centro Italia, ferite ancora aperte: i geologi chiedono prevenzione e ricostruzione
Inserito da (Admin), domenica 24 agosto 2025 09:00:24
Sono trascorsi nove anni dal terremoto che nella notte del 24 agosto 2016 colpì il cuore dell'Italia centrale. Amatrice, Accumoli e oltre 140 comuni furono travolti da una tragedia che provocò 299 vittime, migliaia di feriti e la distruzione di interi centri storici. Un dolore ancora vivo, che si intreccia con la difficoltà di una ricostruzione non ancora giunta a compimento.
L'Ordine dei Geologi del Lazio, nel ricordare le vittime del sisma, richiama l'attenzione sulla necessità di un cambio di passo. «Gli eventi naturali, terremoti, alluvioni, frane, fanno parte della storia dei nostri territori - ha dichiarato la presidente Simonetta Ceraudo - ma diventano una minaccia quando mancano prevenzione e pianificazione. Strumenti come il fascicolo del fabbricato assumono un valore centrale: conoscere lo stato reale delle strutture significa programmare interventi mirati di messa in sicurezza».
Il monito dei geologi è chiaro: i terremoti non si possono fermare, ma si può imparare a conviverci, investendo nella conoscenza geologica, nella microzonazione e nello studio delle faglie attive e capaci. Un tema urgente in un Paese in cui gran parte del patrimonio edilizio è stato realizzato prima degli anni Ottanta, con criteri non antisismici e senza un'adeguata analisi del territorio.
Ceraudo ha ricordato anche l'obbligo, introdotto con la Legge di Bilancio 2024, per le imprese di stipulare una polizza assicurativa contro i danni da eventi catastrofali, pena la perdita di contributi e agevolazioni: un segnale che conferma quanto le calamità naturali rappresentino una minaccia non solo per la popolazione, ma anche per il tessuto produttivo ed economico.
«Come Ordine - ha aggiunto - dal 2016 siamo stati presenti ai tavoli tecnici del Sisma Centro Italia per ribadire l'importanza del ruolo dei geologi nella valutazione del rischio. Ma a distanza di nove anni, Amatrice e i comuni colpiti ci ricordano che la memoria non basta. Occorre superare gli ostacoli burocratici, accelerare la ricostruzione e radicare una vera cultura della prevenzione».
La ricostruzione, rallentata da procedure complesse, resta dunque il nodo irrisolto. «Solo così - ha concluso la presidente - il dramma del 2016 potrà trasformarsi in una responsabilità condivisa verso il futuro».
Fonte: Positano Notizie
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