Ultimo aggiornamento 5 minuti fa S. Angelo martire

Notizie Costiera Amalfitana - Notizie Costiera Amalfitana

Notizie Costiera Amalfitana

Hotel Marina Riviera Amalfi - Luxury 4 Stars Holte in Amalfi - Swimming Pool - Bistrot - GourmetMaurizio Russo liquori e prodotti di eccellenza dal 1899 a Cava de' Tirreni. Elisir di Limone, il Limoncello di Maurizio Russo, è realizzato esclusivamente con limone IGP della Costa d'AmalfiIl San Pietro di Positano è uno degli alberghi più iconici della Costa d'Amalfi. Ospitalità di Lusso e Charme a PositanoGM Engineering srl, sicurezza, lavoro, ingegneriaSmall Boutique Hotel in Costiera Amalfitana, Villa Romana Hotel & SPAHotel Santa Caterina, Albergo 5 Stelle lusso ad Amalfi. Ristorante Il Glicine, stella Michelin ad Amalfi

Tu sei qui: Storia e StorieLa costruzione del fonte pubblico della Piazza Fontana di Ravello

Storia e Storie

La costruzione del fonte pubblico della Piazza Fontana di Ravello

Inserito da (redazionelda), venerdì 17 novembre 2017 08:20:34

di Salvatore Amato*

Agli inizi di gennaio del 1813, l'Intendente della Provincia di Principato Citeriore, essendo stato informato sulla necessità della costruzione di un fonte pubblico nel Comune di Ravello per evitare l'utilizzo dell'acqua delle cisterne, ordinava al sindaco, Pietro Maria Fusco, di convocare il Decurionato per deliberarne la realizzazione.

Il consesso civico, riunitosi il 14 febbraio successivo, approvava la somma di 733 ducati, da ricavarsi attraverso un'imposta sulla ‘scorritura' dell'acqua, e decideva la costruzione della fontana da edificarsi nella Pubblica Piazza - l'odierna Piazza Fontana Moresca - nel luogo ove precedentemente insisteva un antico fonte.

L'atto deliberativo era trasmesso dall'Intendente al Ministro dell'Interno che, prima di assumere le proprie determinazioni, richiedeva la predisposizione di una perizia tecnica dei lavori da compiersi. L'incarico era affidato, il 3 giugno 1813, all'ingegnere Matteo D'Amato, che trasmetteva il rapporto il 27 luglio successivo.

La relazione riferiva che Ravello, priva di opere idrauliche, conteneva le acque piovane in particolari ambienti, detti "conserve", dislocati in vari punti dell'impervio territorio e raggiungibili attraverso accidentati sentieri. Nei tempi estivi l'acqua raccolta era soggetta a putrefazione, nuocendo gravemente alla salute della popolazione.

Per ovviare a tali inconvenienti, qualche decennio prima, attraverso la rivendicazione della metà dell'acqua proveniente dalla sorgente nota come Acqua Sambucana, Ravello aveva cominciato a beneficiare dell'acqua sorgiva attraverso un canale di fabbrica di circa quattro chilometri, che confluiva nell'antico fonte, di forma circolare, di cui si vedevano, nel 1813, solo le vestigia, risultando, insieme a buona parte del tracciato, quasi completamente distrutto.

Di qui occorreva ripristinare il tratto di acquedotto per la lunghezza di 5450 palmi, pari a circa 1437 metri, di cui una parte considerevole doveva essere ricostruita interamente di fabbrica col vano di un palmo quadrato e con l'intonaco nella parte interiore.

Nella parte finale dell'acquedotto bisognava realizzare una conserva di fabbrica incavata con vano di tre palmi per ogni lato e con lamiera al di sopra per la depurazione e per unirvi la trafilatura, per condurre l'acqua nel sito individuato.

Il passaggio dell'acqua dalla trafilatura al pubblico fonte doveva avvenire mediante tubi di creta "d'Isca" di diametro di cinque once (circa 11 cm), uniti tra loro con colla di "fontanaro" «secondo le regole che l'arte richiede».

La nuova vasca da realizzarsi nella nuova piazza pubblica, nei termini della perizia compiuta, doveva anzitutto avere un aspetto estetico che ben s'inserisse in quel sito ‘vistoso'. Tenuto conto, però, delle ristrettezze in cui versava il Comune di Ravello, si prevedeva di realizzarla "di figura circolare" con diametro della misura di 20 palmi (circa 5,2 metri), con due scalini all'intorno. Dall'ultimo scalino alla sommità della vasca l'altezza doveva essere di 3 palmi e mezzo (circa 91 cm), mentre, al centro, doveva realizzarsi un cilindro di fabbrica con una vaschetta al di sopra nella forma di un pezzo di ‘astraco' decorato a stucco ove vi zampillava l'acqua. Attorno alla vasca dovevano realizzarsi quattro pilastrini con cannelli di ferro che permettevano all'acqua di riversarsi all'interno della vaschetta e, ovviamente, di servire per l'uso quotidiano degli abitanti.

La spesa prevista per l'esecuzione dei lavori ammontava a 449 ducati e 25 grana, ma dopo un anno non risultava ancora appaltata, perché la municipalità non aveva ancora stabilito il fondo di bilancio sul quale dovesse gravare la spesa. Riunito così il Decurionato, nel giorno 8 settembre 1814, dal sindaco Carmine Manso, si decideva, stante lo stato di deficit del peculio comunale, di recuperare le risorse necessarie dal taglio del bosco detto Chiaito, confinante con Lettere.

Ma la somma che il Comune avrebbe ricavato non sarebbe bastata per la realizzazione della Fontana, per cui, agli inizi del 1815, la municipalità ravellese era invitata a trovare un'altra soluzione. La proposta del consesso civico, riunito il 19 febbraio 1815, prevedeva l'introduzione di una tassa di cinque grana per ogni barile di vino che "s'imbuta", cinque grana per ciascun cantaro d'uva che si "estraeva dal Comune", nonché un'altra tassa per ogni animale vaccino e pecorino.

Nel successivo mese di aprile, il Consiglio d'Intendenza approvava l'espediente trovato per la realizzazione del fonte, ma una serie di ragioni, a partire dalla mancata certezza del recupero delle somme necessarie per la sua costruzione, arenavano ancora l'iter amministrativo. A distanza di due anni, nel 1817, il corpo municipale ravellese ribadiva nuovamente la priorità dell'esecuzione della fontana pubblica, perché essa avrebbe apportato "il maggiore vantaggio, e felicità a'cittadini". La nuova proposta del consesso civico era quella di prevedere un fondo annuo di cinquanta ducati per realizzare l'opera, ma l'Intendenza, l'anno successivo, chiedeva alla municipalità di trovare un altro modo, più sollecito, che permettesse di avere i fondi necessari in almeno due anni, come risultava da una nota del 12 maggio 1818. Ma passò ancora del tempo prima che l'iter per la realizzazione riprendesse, poiché i lavori per la Fontana si conclusero solo dopo il 1825, rappresentando, di fatto, uno degli ultimi interventi preunitari nell'antica pubblica piazza di Ravello.

Nel 1929, infatti, quel luogo cedeva inesorabilmente il posto ad un nuovo spazio pubblico più ampio, l'antico Largo del Vescovado, che sorgeva intorno al simbolo per eccellenza della civitas: la Cattedrale. Dal ricordo di questa nuova piazza, in cui si è consumata e si consuma buona parte della vicenda ravellese da quasi un secolo, nasceva, dieci anni fa, "Il Vescovado", cui formuliamo il non facile augurio di essere autorevole voce critica del territorio, scevra da accomodamenti di sorta, libera e disinteressata, al fine di giungere al supremo valore della libertà della memoria.

*storico, archivista

Fonte: Il Vescovado

Galleria Fotografica

rank: 102745105

Storia e Storie

Storia e Storie

L’Esercito Italiano compie 164 anni: dal 4 maggio 1861 al servizio della Nazione

«Auguri all’Esercito Italiano per il 164° anniversario della sua costituzione!» Con queste parole, l’Arma dei Carabinieri ha voluto rendere omaggio ai colleghi dell’Esercito, sottolineando un legame profondo che unisce le Forze Armate italiane nel segno della lealtà, della difesa e del servizio al Paese....

Storia e Storie

La Tragedia di Superga: 76 anni fa il destino spezzò il sogno del Grande Torino

Torino, 4 maggio 1949. Un boato squarcia il silenzio sulla collina di Superga. Alle 17:03, il Fiat G.212 della compagnia ALI, siglato I-ELCE, si abbatte contro il muraglione posteriore della basilica. A bordo, l’intera squadra del Grande Torino, di ritorno da Lisbona dopo un’amichevole organizzata per...

Storia e Storie

Vincenzo Palumbo - "il Professore" - nel ricordo di Secondo Amalfitano: l'uomo che ha insegnato il valore dell’amicizia vera

"Non tutti gli amici sono uguali. Alcuni attraversano il tempo con noi, mutando forma ma non sostanza, restando presenti anche quando i ruoli cambiano, le stagioni della vita si susseguono, e il mondo intorno sembra trasformarsi. Vincenzo Palumbo, per Secondo Amalfitano, è stato questo: un punto fermo,...

Storia e Storie

11 anni fa la strage di Odessa: la miccia dell'attuale conflitto

Undici anni fa, il 2 maggio 2014, in uno degli episodi più oscuri e meno raccontati della storia europea recente, almeno 42 persone morirono arse vive all’interno della Casa dei Sindacati di Odessa, in seguito a un attacco incendiario da parte di miliziani ultranazionalisti ucraini legati al movimento...

La tua pubblicità sui portali più letti della Costiera Amalfitana, scegli l'originale NCANews, il Vescovado, Positano Notizie, Maiori News, Amalfi News, Il Portico, Occhi Su Salerno