Tu sei qui: Storia e StorieLa cultura come "volano economico e identità di un popolo"
Inserito da (admin), lunedì 16 gennaio 2017 19:42:06
di Sigismondo Nastri (Mondosigi.com, 9 novembre 2012)
LA CULTURA È "VOLANO ECONOMICO E IDENTITÀ DI UN POPOLO", MA NON TUTTI SE NE RENDONO CONTO
Sul Corriere della sera di giovedì 1 novembre, nella pagina Eventi, c’è un servizio di Marco Gasperetti, che, partendo dalla seconda edizione di Florens 2012, Biennale internazionale dei beni culturali e ambientali, che si tiene a Firenze dal 3 all’11 novembre, affronta il problema della cultura, definita da Giovanni Gentile, presidente della Fondazione Florens, volano economico e identità di un popolo. Tutt’altro, quindi, rispetto alla infelicissima frase pronunciata da Giulio Tremonti, quando era ancora ministro dell’economia: "La cultura non si mangia". Sembra, però, che pochi ancora se ne rendano conto. Né il governo, che con la spending review ha ridotto drasticamente i fondi per i Beni culturali, né la regione, e neppure i comuni. Che, è vero, devono fare i conti col patto di stabilità, che ne paralizza le iniziative, ma potrebbero quanto meno porre più attenzione alla tutela del paesaggio e al miglioramento della qualità della vita. Se l’abusivismo edilizio dilaga, tanto che le forze dell’Ordine sono costrette a operare sequestri a ritmo quasi quotidiano, vuol dire che la prevenzione è pressoché assente. Eppure - lo leggo nell’articolo del Corriere - Mauro Agnoletti, docente di Pianificazione del territorio agricolo e forestale dell’università di Firenze e coordinatore della commissione paesaggio del ministero, non ha dubbi: sarà proprio il paesaggio a dare un nuovo impulso al Bello redditizio. "Ma la scommessa – aggiunge - è quella di capire qual è il valore aggiunto che solo i nostri paesaggi possono offrire senza concorrenza. Un esempio? I terrazzamenti delle Cinque Terre, spettacolo visivo eccellente ma anche humus per la produzione di vino e olio. O ancora i noccioleti della Campania, i frutteti dell’Irpinia, i limoneti della Costiera Amalfitana. Dobbiamo sostenere anche questo patrimonio contro la globalizzazione delle colture che rendono il territorio uguale ovunque".
Altri settori d’intervento: i musei, i siti archeologici, ci aggiungerei le biblioteche, la piena fruibilità dei beni culturali e le peculiarità di ciascun territorio (storia, tradizioni, artigianato, ecc.) senza trascurare quelle enogastronomiche. Meno male che, almeno in questo campo, qualcosa si sta facendo.
Fonte: Amalfi News
rank: 106019108
Il prossimo 17 agosto ricorrerà il 20° anniversario della scomparsa di Mons. Nicola Milo, figura centrale nella vita religiosa e comunitaria di Maiori per oltre quattro decenni. Nato nel 1919, fu prevosto della Collegiata di Santa Maria a Mare dal 1954 al 1996, guidando la parrocchia con dedizione, rigore...
A 97 anni compiuti, con 73 anni di ministero sacerdotale vissuti interamente tra le varie parrocchie di Tramonti, don Francesco Amatruda continua instancabilmente a coltivare la sua più grande passione dopo la fede: la storia del suo amato territorio. Sabato 9 agosto alle ore 19:00, presso il sagrato...
Come erano allevati pecore, capre e suini, ma anche come erano sfruttate le risorse acquatiche e coltivati i cereali e i legumi nell'antica Pompei. Lo studio di diversi prodotti che erano alla base dell'alimentazione della popolazione della città di Pompei, ma anche delle pratiche di coltivazione e gestione...
Ci sono storie che resistono al tempo, storie che affondano le radici nella pietra viva della Costiera, tra mare, amore e memoria. Una di queste si racconta ancora oggi sulle terrazze de Il San Pietro di Positano, uno degli hotel più iconici del Mediterraneo. Ma non parla di lusso, né di celebrità, né...