Tu sei qui: Storia e StorieLa Manna di Sant'Andrea
Inserito da Raffaele Dipino (redazionelda), sabato 28 novembre 2015 11:11:51
di Raffaele Dipino
La devozione degli Amalfitani verso il loro patrono, Sant' Andrea, l'apostolo e il primo dei chiamati da Gesù, è strettamente collegata al segno della "Manna". Il termine manna deriva dell'espressione "Man Hu" "che cos'è" che gli Ebrei, come la Bibbia indica, esclamarono al loro risveglio quando, affamati ed assetati, chiesero a Dio un segno della sua presenza e protezione verso il loro popolo.
La Manna quindi si può descrivere come una sostanza che sembra quasi difficile poter descrivere, verrebbe proprio da dire: "Che cos'è?" in quanto essa appare incolore, insapore, a volte sembra leggera, a volte corposa. È proprio così che appare la Manna di Sant' Andrea, un liquido che otto volte l'anno (sette in forma solenne ed una in modo più intimo) viene raccolta presso la tomba dell'Apostolo, nella Cripta del Duomo di Amalfi.
Da più di sette secoli il popolo amalfitano crede che il Santo manifesti la sua presenza e la sua protezione verso il popolo che lo ha adottato, con questo segno che la fede locale interpreta non come un miracolo ma come un segno. Eh sì, proprio il segno della sua vivente presenza in mezzo a noi. Andrea veglia infatti sull'antica Repubblica dal lontano 1208, quando le sue reliquie vennero introdotte ad Amalfi dal Cardinale Pietro Capuano che trovò il corpo dell'Apostolo a Costantinopoli e lo portò ad Amalfi, convinto di colmare il cuore di gioia del popolo di marinai e pescatori che già veneravano l'Apostolo quale protettore della pesca.
Ebbene, non vogliamo chiamarlo miracolo, ma appunto... un segno perché è il Signore che si manifesta in quella Manna, attraverso la protezione dell'Apostolo e lascia, di volta in volta, tutti stupiti.
A volte il segno c'è, altre volte no. Nessuno può spiegarlo. I più scettici parlano di fenomeni legati all'umidità, chi ha fede, invece, collega il segno alla qualità della propria vita: una vita spesso segnata da peccati e sempre meno spesso espressione di amore verso il prossimo
Fonte: Il Vescovado
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