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La Pontone antica dei nobili e delle chiese

Inserito da (redazionelda), domenica 19 febbraio 2017 23:46:52

 

Durante le festività pasquali appena trascorse, l'afflusso di vacanzieri sulla Costa d'Amalfi è stato notevole. Per fortuna gli ingorghi stradali, sempre numerosi in questo periodo, sono stati meno snervanti per il minor afflusso di pendolari dovuto alle condizioni climatiche non favorevoli. Proprio in queste occasioni, di inevitabile confusione sulla nostra Statale 163, ci vengono in mente alcune località della Costiera poco frequentate che meritano di essere visitate e godute. Una di queste è Pontone.

Una volta, per arrivare a Pontone, frazione di Scala, c'era bisogno di energia ed allenamento in quanto bisognava affrontare lunghe scalinate da Scala, Amalfi o Atrani. Attualmente una rotabile apre a tutti le porte del Villaggio-museo, come lo definì Mons. Cesario D'Amato, vescovo titolare di Sebaste, originario di Scala.

Il nome di Pontone, molto probabilmente, trae origine dalla conformazione del luogo somigliante al ponte di un'antica galea che si stacca dai fianchi dei monti di Scala per separare le valli dei fiumi Dragone di Atrani e Canneto di Amalfi. Il «monte di Pontone», come prua di una nave, si spinge verso il mare ed in cima mostra i ruderi del castello di «Scalella» (Castrum Scalellae), collegato, un tempo, con una muraglia al castello dell'Infratta, detto in epoca antica Scala maior. Secondo la tradizione vi erano vari chilometri di mura e cento torri.

Pontone era abitata da gente di origine nobile e, a testimonianza di questo, la via che collega Minuta a Pontone ancora oggi si chiama Via dei Nobili. Nel medioevo le associazioni delle «arti» curavano anche la costruzione di chiese. I resti di alcune di esse dimostrano la notevole influenza araba e romanica. Come riporta il De Lellis, a Scala esistevano ben 130 chiese.

Nel 1593, quando Scala era già in decadenza, il vescovo Costantino Veltronio de Monte visitò 11 chiese di Pontone. Nella pare alta della valle del Canneto, in località «Santo Marciano», sorgeva una chiesa abbaziale, residuo del monastero benedettino dei Santi Benedetto e Marciano. Il vescovo visitò, poi, Sant'Eustachio, Santa Stefania, Santa Maria, San Giovanni Battista, San Giovanni «de la valle» in località «Santo Ianni», San Giacomo «de lo Toro» in località «Tuoro», San Sebastiano, Santa Maria Annunziata e San Pietro «de Pestròpa» nel luogo ancora detto "Pestròfa" (luogo boscoso).

Molte altre chiese, in zone più alte dell'attuale borgo, già nel 1600 non esistevano più, come quelle di San Nicola, San Vincenzo Martire, San Giacomo e Santa Maria «de raho», San Fortunato, Sant'Andrea «de lo Pisacano» e San Giacomo «de Saccani». In località Preci (ora "Prieci" o "Priegi"), intorno al 950, esisteva il monastero benedettino femminile di Santa Maria De Fontanella, abbandonato nel XIII secolo per il trasferimento al monastero di San Ciriaco ad Atrani. Attualmente le chiese di Pontone sono quelle di Santa Maria, di San Giovanni (Santo Patrono del borgo n.d.r.) e di San Filippo Neri, la quale in origine era dedicata a San Matteo.

Un itinerario, quello di Pontone, tutto da scoprire e da assaporare fino in fondo cogliendo i sapori della storia in ogni pietra e l'alito della tranquillità espirato nell'ambiente dai polmoni di verde profuso dalle mani d'oro di madre natura.

Articolo a firma di Salvatore Sammarco pubblicato sul leggendario giornale "Il Duca", diretto da Luca Vespoli, il 15 maggio 1990. Ve lo abbiamo proposto così com'è, per consentirvi di rivivere un interessante spaccato di vita di più di vent'anni fa, quando - scriveva l'autore - l'afflusso dei turisti in Costiera Amalfitana era già «notevole» e il borgo di Pontone era ancora «tutto da scoprire».

Fonte: Il Vescovado

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