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Tu sei qui: Storia e StorieMonte Aureo nel 1950: lo scatto di Konrad Helbig svela un paesaggio brullo e senza vegetazione

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Uno scatto d’epoca racconta la trasformazione del paesaggio tra Atrani e Amalfi

Monte Aureo nel 1950: lo scatto di Konrad Helbig svela un paesaggio brullo e senza vegetazione

In una foto del 1950, il fotografo tedesco Konrad Helbig ritrae Atrani e il Monte Aureo in un paesaggio quasi lunare, privo di alberi. Oggi, la natura ha riconquistato quelle rocce grazie anche a un’iniziativa scolastica voluta dal sindaco Mario Petrillo negli anni Cinquanta

Inserito da (Admin), domenica 19 ottobre 2025 17:58:32

Il paesaggio di Atrani immortalato nel 1950 da Konrad Helbig, condiviso sulla pagina social di Giovanni Forgione, mostra un volto sorprendentemente diverso da quello odierno. Le case bianche del borgo, adagiate sul mare, sembrano identiche a quelle di oggi, ma ciò che colpisce è la totale assenza di vegetazione sul Monte Aureo, la montagna che separa Atrani da Scala. Le rocce nude e aspre dominano la scena, in netto contrasto con il verde rigoglioso che oggi ricopre le alture.

Sulla sommità del monte si distingue, come un piccolo baluardo sospeso tra cielo e mare, la Chiesa di Santa Maria del Bando, costruzione isolata e austera, aggrappata alla roccia. Il santuario, documentato per la prima volta nel 1187, sorge su un piccolo pianoro orientato a est e domina dall'alto il borgo e la valle del torrente Dragone.

Raggiungerlo significa affrontare circa 750 gradini, tra vicoli, terrazze e campagna, in un percorso che sembra riportare indietro nel tempo, quando la spiritualità era parte integrante della vita quotidiana.

Come ricorda Andrea Andreotti, originario del luogo, la mancanza di vegetazione negli anni Cinquanta era dovuta alla povertà delle comunità rurali: "I pendii, oggi coperti di lecci, venivano periodicamente disboscati. I rami di questi alberi sempreverdi servivano per la copertura dei limoni durante l'inverno, molto prima che arrivassero le reti di plastica."

Andreotti aggiunge anche un ricordo d'infanzia che testimonia come la rinascita del verde sia il frutto di una tradizione civica e scolastica:

"Fino alla metà degli anni Cinquanta, anche l'area davanti alla chiesa era completamente brulla. Ogni anno, in occasione della festa degli alberi, gli alunni della scuola elementare di Atrani venivano accompagnati dal maestro Mario Petrillo, allora sindaco del paese, per piantare un nuovo alberello. È grazie a quell'iniziativa che oggi si ergono splendidi cipressi."

In realtà, come ampiamente documentato, a seguito della disastrosa alluvione del 1954 che colpì duramente la Costiera Amalfitana, fu avviato un vasto piano di rimboschimento, il cui impatto fu particolarmente significativo ad Atrani e Scala. Le azioni di riforestazione furono estese negli anni successivi, in particolare negli anni '70, quando vennero realizzati significativi interventi di consolidamento idrogeologico sui Monti Lattari, che sovrastano la zona di Atrani e Scala.

L'immagine di Helbig, fotografo, storico dell'arte e archeologo tedesco (1917-1986), resta una testimonianza visiva importante del nostro passato, un documento che racconta la trasformazione di un territorio e la sua capacità di rigenerarsi, intrecciando memoria, natura e comunità.

Fonte: Il Vescovado

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