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Scala, Costiera amalfitana, Sant'Alfonso Maria de Liguori

Sant'Alfonso Maria de' Liguori e il profondo legame con Scala, dove fondò l'ordine delle Redentoriste

Primo di otto figli, intraprese una brillante carriera forense, interrotta bruscamente non riuscendo a sopportare le menzogne che si annidavano nei tribunali.

Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 1 agosto 2024 09:12:54

Lo scrittore francese André Gide, premio Nobel per la Letteratura nel 1947, definì Scala "un escalier quasi metafisico, che ti porta in alto e ti mantiene sospeso in una contemplazione infinita". Fu proprio nel borgo più antico della Costa d'Amalfi che Sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e dottore della chiesa, trovò il suo luogo dello spirito. Nacque il 27 settembre 1696 a Marinella, nei pressi di Napoli, nel palazzo di villeggiatura della nobile famiglia: il padre Giuseppe era ufficiale di marina e la madre, Anna Cavalieri, apparteneva al casato dei marchesi d'Avenia. Primo di otto figli, intraprese una brillante carriera forense, interrotta bruscamente non riuscendo a sopportare le menzogne che si annidavano nei tribunali.

L'ordinazione sacerdotale arrivò nel 1726 e trascorse i primi anni tra gli abitanti dei quartieri più poveri della Napoli settecentesca. Nel maggio del 1730, durante un periodo di riposo forzato, il vicario generale di Scala, don Matteo Angelo Criscuolo, gli offri l'eremitaggio di Santa Maria dei Monti, "un romitaggio con sufficiente abitazione, dove oltre al riposo, si poteva attendere a far del bene a tanti poveri caprai che vi dimorano e vivono abbandonati".

Proprio qui a Scala esplose la sua spiritualità: conobbe la Beata Celeste Crostarosa e dal sodalizio di queste due sante personalità vennero fondati la Congregazione dei Redentoristi e l'Ordine delle Redentoriste. L'intento era quello di imitare Cristo, cominciando dai redentoristi stessi, i quali andavano via via operando per la redenzione di tante anime con missioni, esercizi spirituali e varie forme di apostolato straordinario.

Come scrive Padre Ciro Vitiello, «A Scala e in tutte le chiese che evangelizzava Alfonso istitutiva pratiche eucaristiche per avvicinare le anime alla Messa e alla Comunione». Aggiungendo che «Questo apostolo della Redenzione continua oggi con la santità della vita, con i suoi scritti e con la sua Congregazione a diffondere la sovrabbondante grazia dell'amore di Gesù Cristo, rendendolo comprensibile e accessibile con le quattro principali espressioni dell'unico Mistero Pasquale: l'Incarnazione, la Passione e la morte, l'Eucarestia, la Vergine Maria».

Mantenendo la carica di Rettore Maggiore della Congregazione, Alfonso Maria de' Liguori fu poi, dal 1762 al 1775, vescovo di Sant'Agata dei Goti, allora sede episcopale di un'area montagnosa, povera e bisognosa di ogni forma di aiuto, al quale il santo rispose con generosità. Ammalato di artropatia deformante e quasi cieco, dopo dodici anni di direzione diocesana, Alfonso Maria si dimise e si ritirò nella casa dei suoi fratelli a Nocera de' Pagani, tra preghiere e meditazioni, dove morirà il 1° agosto 1787.

Adagiata sulla Valle del torrente Dragone con un'ampia vista sul mare di Amalfi, la piccola Chiesa di Sant'Alfonso Maria de' Liguori fu il luogo segreto dove il santo era solito raccogliersi in preghiera e meditazione, ricevendo numerose apparizioni della Madonna. Particolarmente suggestiva è la zona absidale, con la nuda roccia che appare dietro l'altare. Proprio qui il Santo compositore trasse ispirazione per il canto natalizio per antonomasia "Quanno nascette Ninno", poi riadattata in "Tu scendi dalle stelle".

 

(In foto: la statua di Sant'Alfonso conservata nella Collegiata di Santa Maria a Mare di Maiori e l'ingresso alla Grotta di Sant'Alfonso a Scala)

Fonte: Il Vescovado

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