Tu sei qui: Territorio e AmbienteIl pomodoro "Fiascone Re Umberto", simbolo dell'agricoltura che rinasce e Tramonti
Inserito da (redazionelda), sabato 12 giugno 2021 18:47:35
di Sigismondo Nastri
Amo Tramonti. La Tramonti delle tradizioni, dell'artigianato, dell'agricoltura. Dei piccoli laboratori caseari, dell'enogastronomia che ha raggiunto posizioni di assoluta eccellenza. La Tramonti dei vecchi forni, dove si produce pane e biscotti di grano. Quella del fior di latte, della ricotta vaccina, delle provole affumicate, del caciocavallo. Dei salumi che nascono nella macelleria di Giovanni Sorrentino a Pucara. La Tramonti dei ristoranti, degli agriturismo e delle pizzerie, che rappresentano il fiore all'occhiello di una capacità imprenditoriale finalmente premiata, se è vero che ha trovato sbocchi un po' dappertutto, in Italia, in Europa e nel mondo.
A Tramonti, se si parla della pizza (me ne sono occupato spesso: ricordo i servizi giornalistici svolti più di trent'anni fa nel Pavese, poi al tempo della Corporazione creata da Gaetano Generale), inevitabilmente il discorso cade sul pomodoro Fiascone, altrimenti detto Re Umberto. Guardando le piantagioni, in un terreno sgarrupato fortunatamente recuperato all'agricoltura, e un bel pomodoro schiattato con le mani, sodo e polposo, c'è da rimanere incantati. La coltivazione, qui, ci riporta all'Ottocento: un'eccellente varietà da sugo o conserva, dalla quale ha tratto origine - udite, udite! - il più celebrato San Marzano.
Fiascone per la forma panciuta, credo, e Re Umberto - mi dicono - in omaggio al sovrano quando, nel 1878, visitò Napoli per la prima volta come re d'Italia. Per oltre un secolo questo pomodoro è stato coltivato in Italia e venduto da tutte le maggiori ditte sementiere. Poi evidentemente è finito in abbandono, al punto da essere cancellato dal registro dell'ENSE, ente incaricato del controllo ufficiale delle sementi. Però qualcuno, molto saggiamente, quei semi li ha conservati nel cassetto. Fino a quando non li ha affidati all'associazione Acarbio, presieduta da Vincenzo Sannino, a cui si deve il grande impegno per recuperarne la coltivazione. Affiancato in questo da Rosa Pepe, agronoma del Crea Ort di Pontecagnano. Oggi il pomodoro Fiascone Re Umberto è commercializzato - messo in barattolo - , intero, a filetti, passato. Conservando intatti profumo, sapore, qualità organolettiche.Un bel successo.Avanti così!
Fonte: Il Vescovado
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