Tu sei qui: Territorio e Ambiente«La calma arriva dopo la tempesta», l’emozionante omelia dell’Arcivescovo Soricelli a Positano
Inserito da (Maria Abate), venerdì 7 agosto 2020 11:57:00
Una bellissima omelia dell'Arcivescovo Orazio Soricelli ha caratterizzato l'inizio del Novenario per l'Assunzione della Beata Vergine Maria, a Positano, che è coincisa con l'insediamento di Don Danilo Mansi nella Chiesa Madre. Di seguito vi riportiamo il testo completo, che fa riflettere perché trae nel Vangelo gli spunti per vivere la quotidianità.
Carissimi, oggi, facciamo memoria della dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle chiese più antiche dedicate alla S. Vergine nell'Occidente.
Questa festa è chiamata anche della Madonna della neve, perché si ricorda un curioso prodigio avvenuto il 5 agosto 352. La tradizione racconta che fu lo stesso papa Liberio a tracciare le misure della basilica sulla neve. Poi Papa Sisto III, poco dopo il Concilio di Efeso (431) che aveva proclamato la divina maternità di Maria, la consacrò in onore della Madonna.
Siamo a 10 giorni dalla solennità dell'Assunta e ormai siamo proiettati a contemplare la Santa Vergine che sale al cielo.
Il Profeta Geremia, nella prima lettura, annuncia al popolo il tempo della salvezza e della restaurazione di Israele. Gli esuli in Babilonia hanno trovato grazia davanti al Signore e ritornando sono sicuri di riedificare Gerusalemme. L'amore e la bontà di Dio hanno procurato la libertà agli Israeliti di cui apparente è stata la dimenticanza ma costante l'amore.
"Ti ho amato di un amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà".
Se capissimo quanto Dio ci ama, la nostra vita sarebbe sempre serena e gioiosa, nonostante le inevitabili sofferenze dell'esistenza.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci parla della tempesta sedata (Mc. 4, 35 - 41). A questo brano del Vangelo ha fatto riferimento Papa Francesco nella sua omelia del 27 marzo in Piazza San Pietro, per definire la situazione causata dal coronavirus.
A questo passo di Vangelo, in qualche modo, facciamo riferimento per descrivere la turbolenza vissuta in questa comunità.
Una tempesta, un mare burrascoso, caratterizzato dall'incertezza, dallo smarrimento e dalla preoccupazione ha colpito la Comunità Positanese nell'ultimo anno e mezzo.
Varie persone e in vari modi hanno chiesto al Vescovo, spiegazioni, motivazioni, fatti e circostanze. In molti casi la mia risposta, anche se attaccato e fatto bersaglio di varie accuse è stata il silenzio.
Nel silenzio, e nella solitudine che caratterizza le scelte del responsabile ho sofferto con voi, soprattutto nel dover tacere per tutelare persone e fatti che si sono succeduti in questi mesi. Essi meritavano discrezione e silenzio, non comizi mediatici o pubbliche spiegazioni. I fatti erano sotto gli occhi di tutti, ma a noi interessano le persone da salvare e non condannare. Il silenzio, il rimprovero, l'allontanamento sono serviti a far riflettere, a far prendere coscienza delle fragilità che possono caratterizzare la vita di tutti.
Un'immagine che mi ha accompagnato lungo tutto questo periodo turbolento è stata quella della tempesta sedata che vede come protagonisti i discepoli e Gesù in mezzo al mare in tempesta.
Gesù seda, calma, frena la tempesta.
Questo miracolo operato da Gesù - non sfugge a nessuno - ha soprattutto una grande portata simbolica, perché ognuno di noi nella propria vita conosce ore di tempesta. Anche la Chiesa, la comunità dei discepoli, a volte si trova in situazioni di contraddizione tale da sentirsi immersa in acque agitate, in marosi, in un vortice che minaccia la sua esistenza. Anche la vostra Comunità ha fatto quest'esperienza. In queste situazioni, in particolare quando durano a lungo, si ha l'impressione che l'invisibilità di Dio sia in realtà un suo dormire, un non vedere, un non sentire le grida e i gemiti di chi si lamenta. Sì, la poca fede, la paura, lo sconcerto fa gridare ai credenti: "Dio dove sei? Perché dormi? Perché non intervieni?" (cf. Sal 35,23; 44,24; 59,6, ecc.).
Dobbiamo confessarlo: anche se magari crediamo di avere una fede matura, di essere cristiani adulti, nella prova interroghiamo Dio sulla sua presenza, arriviamo anche a contestarlo e talvolta a dubitare della sua capacità di essere un Salvatore. Arriviamo a mettere in discussione i suoi ministri e la stessa Chiesa.
La sofferenza, l'angoscia, la paura, la minaccia recata alla nostra esistenza personale o comunitaria ci rendono simili ai discepoli sulla barca nella tempesta. Per questo Gesù li deve rimproverare con parole dure. Non solo chiede loro: "Perché siete cosi paurosi?", ma aggiunge anche: "Non avete ancora fede?". Discepoli senza fede, senza adesione a Gesù: lo seguono, lo ascoltano, ma non mettono in lui piena fiducia.
Il Maestro si desta, sgrida il vento ed esorcizza il mare, "dicendogli: ‘Taci, calmati!'. E subito il vento cessò e vi fu grande bonaccia".
Mi auguro che da questa sera per Positano inizi un tempo di grande bonaccia, di navigazione sicura, di vento favorevole. Mi auguro che la barca della Comunità Positanese riprenda la navigazione in acque più tranquille. Ciò sarà possibile se guardiamo avanti e non indietro, se guardiamo al futuro e non al passato, se tutti farete la vostra parte, in obbedienza al Maestro, che ci chiede di scrivere nuove pagine e di chiudere capitoli dolorosi.
C'è un nuovo responsabile della barca, affiancato da altri marinai.
Don Danilo è il responsabile, a lui affido la guida della Comunità. Lui è il punto di riferimento e colui che darà ritmo e direzione alla barca, in comunione con il Vescovo.
Sulla barca non possono esserci più punti di riferimento, altrimenti si genera disorientamento e confusione.
Ringrazio don Giulio per aver guidato fino a questa sera questa barca. Ho apprezzato la sua disponibilità a riprendere la guida della Comunità Positanese in un momento di smarrimento e tempesta, in un momento di sconcerto e frastuono. In quei giorni terribili, del mare in tempesta, avrebbe potuto tirarsi indietro, accampare scuse e giustificazioni, invece come conviene a un vero capitano ha accettato la guida della Comunità. Nulla ha fatto per "occupare un posto" se non obbedire al Vescovo.
Ora per lui inizia il tempo del riposo e del cedere il passo al nuovo Parroco. Sarà presente e parteciperà con saggezza e discrezione.
Grazie a Don Ciriacus, che con impegno e dedizione si è speso per questa Parrocchia, ora anche per lui è il tempo non solo di continuare a lavorare, ma di assumere anche altre responsabilità, come la collaborazione a Montepertuso.
Grazie anche a Don Andrea che con la semplicità ed il sorriso collaborato alla vita della comunità.
Grazie a quanti, nel passato hanno lavorato per rendere viva e bella questa comunità parrocchiale.
Caro Don Danilo, ti viene consegnata questa sera, una barca che ha una tradizione e una storia fatta di tanti momenti belli e luminosi; la tempesta ha rischiato di farla naufragare, ma insieme ci fidiamo del Signore che ancora una volta allontana le potenze del male facendole tacere e imponendo ai venti di calmarsi.
Carissimo Don Danilo, i disegni del Signore sono misteriosi. Sei cresciuto sotto lo sguardo materno di Santa Maria a mare, di Maiori, oggi nella memoria della Madonna della neve, tante volte celebrata a Conca dei Marini, compi il passaggio alla Madonna di Positano.
Ti affido alla protezione di San Giovanni Maria Viannei, il Santo curato d'Ars, patrono dei parroci, che ieri abbiamo festeggiato.
Carissimi Positanesi, da esperti marinai quali siete, sapete che la calma arriva dopo la tempesta, mettete da parte tutto ciò che divide, ritornate a remare tutti nella stessa direzione, affidandovi all'unico Maestro che può riportare serenità e gioia in questo angolo di paradiso in terra.
La Vergine di Positano, benedica tutti e assicuri a questa Comunità una buona e fruttuosa navigazione. Amen!
Fonte: Positano Notizie
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