Tu sei qui: Territorio e Ambiente"Uomini e Armi": a Cava de' Tirreni la mostra del maestro Francesco Senatore
Inserito da (redazioneip), martedì 21 maggio 2019 14:20:32
Da sabato 25 maggio a domenica 2 giugno, dalle 17.30 alle 20.30, nel Complesso Monumentale di San Giovanni, è prevista la mostra denominata "Uomini e Armi", quaranta tavole a colori del maestro cavese Francesco Senatore.
Da molti anni il maestro Francesco Senatore si cimenta nel presentare libri e mostre di rilevante spessore storico-culturale, riscuotendone buoni successi.
"Uomini e Armi" è l'ennesima mostra di pittura che pone l'attento osservatore dinanzi ad un risolto dilemma: cos'è stato l'uomo nel tempo, quando ha dovuto imbracciare o impugnare le armi o salire su una macchina di guerra?
Nei quaranta quadri che formano la stupenda mostra in argomento, il maestro Senatore, principiando dal primo secolo di Cristo per venire ai tempi nostri, grazie alle sue opere, ci offre una chiara lettura, peculiare e rivelatrice, dell'arte, immersa nella cultura, non trascurando di presentarci, con dovizia di particolari, l'anatomia umana e le singole peculiarità delle armi, delle armature, delle spingarde, delle picche, delle navi, degli aerei, dei carri armati e tant'altro ancora.
Il maestro ha voluto che in copertina vi fosse "La presa di Roma", nota anche come " La breccia di Porta Pia" del 20 Settembre 1870, la quale, sebbene descritta nei libri di storia, non molti l'hanno saputa rappresentare; Senatore la ripropone, seppur ricorrendo all'immaginario, presentandoci la determinazione dei valorosi bersaglieri italiani.
Dal XIX secolo Senatore passa al I secolo di Cristo, proponendoci l'assedio, ovvero: il massacro di Gerusalemme del 1099, avutosi nel corso della prima crociata, per andare alle Legioni romane in azione di difesa dai "vandali germanici", per proporci poi i gladiatori "Mirmillone" e "Reziario", intrepidi combattenti nelle arene romane.
Dal mare increspato appaiono quattro storiche navi: la fregata Euro, la corazzata Roma, nota per essere stata il gioiello della marina italiana, affondata nel Golfo dell'Asinara, l'emersione del sottomarino Caracciolo, classe Cagni, ma anche l'affondamento di una corazzata austriaca, con l'impiego dei Mezzi Anti Sommergibili (M.A.S.), e la battaglia navale franco-britannica.
Passando davanti all'etiopico "combattimento dello Scirè" del 1936, si torna a quello di Calatafimi del 1860 e soffermandosi davanti alle pitture color seppia, si può "vivere" la temporanea quiete dei "Fanti in trincea", senza trascurare la tragica fine, nella steppa russa, dell'AR.MI.R. (Armata Italiana in Russia), opera che ci riporta a quanto raccontatoci dai pochi sopravvissuti.
Cosa dire della ricostruzione dell'ultima carica del "Savoia Cavalleria", lungo le rive del Don, avvenuta durante la seconda guerra mondiale, o del Trapper del nord America, mentre spara un fucile a pietra focaia, che del pari alle restanti opere non è il risultato di una casuale fantasia, ma di costanti ricerche storiografiche, coniugate a perseveranti approfondimenti culturali del maestro Senatore, sostenuti dalla volontà di recuperare e dipingere, indi tramandare: "Uomini e Armi" del passato remoto e prossimo a noi contemporanei.
Fonte: Il Portico
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