Tu sei qui: AttualitàIl maiorese Gianluca Scannapieco 'campione di solidarietà' in Bolivia
Inserito da (redazionelda), domenica 25 gennaio 2015 14:29:26
Gianluca Scannapieco, 35 anni, laureato in ingegneria elettronica, con un forte bagaglio ideale, maturato nella parrocchia prima, nella diocesi di Amalfi Cava de" Tirreni poi come responsabile dell'Azione Cattolica Diocesana, non si è accontentato della tranquillità che gli poteva assicurare la sua famiglia, i suoi amici, il suo paese.
La sicurezza dei suoi anni giovanili non l'ha cercato nei diversivi, nelle false promesse, ma tra la gramigna e il grano, ha scelto il grano della solidarietà e dei valori più profondi. Il "germe della solidarietà" forse Gianluca senza saperlo l'aveva nel suo DNA, l'ha respirato nella sua famiglia, ma poi ha aggiunto del suo: la sensibilità che l'ha portato a mettersi a fianco del prossimo, del prossimo più povero e miserabile, di coloro che non hanno voce, né pane, né affetti.
Quando ha capito che aveva bisogno di confrontarsi con chi ha meno di noi è scoccata la scintilla, di andare in capo al mondo, in Bolivia, terra sterminata, ma con grandissimi problemi, dove alla ricchezza si contrappone una povertà smisurata. A raccontare questa straordinaria storia di solidarietà, che riportiamo integralmente per i nostri lettori, è Roberto Ruoccosul sito Ulisse Online.
«I Missionari Saveriani di Salerno - dice Scannapieco a Ruocco - sono stati la chiave di volta della mia scelta, dell'impegno in prima fila a fianco di chi ha bisogno, di chi non ha certezza". E prosegue: "Essi mi offrirono la possibilità di andare per un mese in un paese africano, ma il progetto svanì per un banale motivo tecnico: l'aereo non aveva più posti disponibili».
Ma il suo progetto di fare esperienze forti si avverò quando gli fu presentato casualmente il Movimento Giovanile Missionario di Roma: gli offrirono la possibilità di andare per un mese in Bolivia. E così viene catapultato alla fine del Mondo, a Cochabamba, dove conosce l'Associazione "Casa de los Niños" che opera in una realtà difficile, ma che dà anche tante soddisfazioni morali. Ritornato in Italia, messo a posto gli studi, ritorna a Cochabamba, nella "Casa de los Niños" e s'immerge in una realtà in cui le certezze europee ed occidentali sfumano, i valori, della vita della morte, dell'amore e del dolore hanno tutto un altro significato per i poveri che più poveri non possono essere.
Le certezze occidentali vanno in crisi, di fronte al dolore dei bambini, dei ragazzi di strada, dei giovani oggetto di violenza e sfruttamento, privi di appoggio e di una base familiare. Spesso i genitori sono assenti, la povertà in alcuni casi è assoluta, ecco Gianluca, si trova a testimoniare che la solidarietà è un valore che esiste, che bisogna ricostruire quello che è distrutto dalla povertà e dalla miseria e dalla violenza.
Attualmente il giovane maiorese, opera insieme al Responsabile della FondazioneAristide Gazzoti; Tania Grigoriu Monroy (corresponsabile boliviana), Giulia Mambriani, (infermiera e cuoca), Horacio Marengo (dottore argentino); Sara Nicolato (volontaria italiana).
Oggi la "Casa de los Niños", è una piccola "Città dei ragazzi", dove attorno ad un bambino si crea una famiglia, fatta di affetto e di amore cosa che spesso non hanno conosciuto. La Fondazione favorisce il ricongiungimento dei nuclei familiari, fa rincontrare genitori e figli (spesso abbandonati per la strada) facendoli vivere insieme.
Il villaggio "ARCO IRIS" (Arcobaleno) ospita 65 famiglie composte da 410 persone di cui 150 sono bambini. Spesso alle famiglie del villaggio vengono "affidati" temporaneamente bambini con grandi problematiche, bambini spesso malati di HIV, idrocefalia, cecità e altre gravi malattie: tutti bambini con situazioni difficili e traumatiche alle spalle ma che hanno soprattutto bisogno di amore e di miracoli.
E spesso, il miracolo avviene, le famiglie che vivono nel villaggio in molti casi si affezionano ai piccoli e prendono la decisione di adottarli. Il Villaggio ha anche una scuola, "Arco Iris de Paz" (L'arcobaleno della pace), che accoglie 122 studenti tra bambini e ragazzi delle scuole superiori.
Inoltre, ha anche un campo di calcio dove un noto ex calciatore della nazionale Boliviana, William Ramallo, mette a disposizione la sua esperienza di giocatore di calcio al servizio dei bambini ospiti del villaggio. Un momento di felicità e di serenità che dà speranza ai bambini ospitati nel Villaggio Arco Iris di poter vivere una vita più serena.
Fonte: Il Vescovado
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