Tu sei qui: AttualitàVentisei fiori ancora non dischiusi
Inserito da (redazionelda), lunedì 6 novembre 2017 12:18:06
di Patrizia Reso
Ventisei, dico proprio 26, ragazze dai 14 ai 18 anni sono morte annegate (!?) nell'ultimo sbarco al porto di Salerno.
Ventisei nostre figlie, definite però migranti. Che poi a queste migranti, gli "uomini", conterranei e non, di colore e non, giovani e non, abbiano usato violenze, abusi o sevizie sarà stabilito solo dall'autopsia e , le varie serie televisive sulla criminologia forense, ci hanno insegnato che attraverso l'esame autoptico si può ricostruire l'intero passato di una persona.
A questo punto mi domando a cosa serva. Ci riporta alla vita le 26 ragazze oppure ci consente di incastrare i colpevoli? Niente di tutto questo, purtroppo e i colpevoli continueranno a restare ignoti. Allora?
Forse accertare simili eventualità ci permette solo di rabbonire chi è, profondamente e strumentalmente, contrario a questi flussi migratori. Nel mio piccolo credo che non si riesca a sortire neppure questo effetto, semplicemente perché chi è insensibile, lo resta anche di fronte a queste terribili certezze. E poco importa che queste ragazze vengano violentate, abusate, seviziate ... Se il tutto avesse un minimo di incidenza sulla morale comune oppure su "un'etica maschile" non avrebbe avuto modo di esistere, in rete, una cartina molto dettagliata del turismo sessuale, cioè l'indicazione di Paesi, con relativi punti di ristoro o di alloggio, dove è possibile, per una manciata di dollari o euro, portarti a letto anche un'undicenne o dodicenne, se non ancora più piccola, definita "consenziente".
Mi pongo pure un'altra domanda: queste ragazze sono partite da sole o con genitori/familiari? Sia nell'uno che nell'altro caso, credo che una simile scelta sia dettata solo da tanta disperazione. E sento solo di poter dire che sono molto addolorata per la perdita delle loro figlie o sorelle o compagne, che purtroppo non hanno trovato in Italia la realizzazione di quel sogno che le ha accompagnate per tante notti, ma solo la morte.
Fonte: Il Vescovado
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