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Cavese ad un passo dall'impresa

Inserito da (admin), lunedì 15 settembre 2014 00:00:00

Un punto a testa e qualche rimpianto. La Cavese esce dallo “Iacovone” di Taranto con un buon pareggio. Ma fino a 9 minuti dal termine gli uomini di Agovino erano in vantaggio grazie alla rete siglata da Marzullo nel primo tempo. Netto, però, il calo atletico nella fase finale dell’incontro: i metelliani hanno così lasciato campo ai padroni di casa, bravi a trovare l’1-1 con Genchi nel forcing finale. L’inizio gara non riserva sorprese. Agovino parte con Salsano in porta, con il tridente formato da D’Avanzo, Marzullo e Palumbo alle spalle dell’ariete di riferimento, la bandiera blufonsè De Rosa. Tra i rossoblu ionici Genchi e Gabrielloni sono i due attaccanti, mentre c’è spazio solo in panchina per i neo acquisti Ibojo e Gaeta.

Gara subito vibrante allo “Iacovone”. La prima azione pericolosa è del Taranto: al 3’ la punizione di Ciarcià scheggia la traversa. All’11’ la risposta della Cavese: Marzullo prova una conclusione dalla distanza che termina alta. La pressione biancoblù mette in difficoltà il Taranto. Al 23’ un calcio di punizione dalla sinistra di De Rosa mette in difficoltà Mirarco, che respinge di pugno. C’è aria di gol ed un minuto dopo la Cavese passa in vantaggio. Dopo un calcio d’angolo, un disimpegno difettoso di Marino consegna la palla tra i piedi di Marzullo: traiettoria perfetta e palla in rete, con Mirarco che sfiora, ma non riesce a salvare la propria porta. Al 28’ si risveglia il Taranto: la bomba dalla distanza di Marsili termina a lato. Al 30’ un cross di Genchi trova a centro area Gabrielloni: tiro pronto dell’attaccante ionico e Salsano si mostra pronto alla respinta. Al 39’ D’Avanzo ci prova in area, ma sciupa tirando debolmente.

In apertura di ripresa nel Taranto entra il centrocampista Conti per Gabrielloni. Agovino risponde all’11’ con Rinaldi al posto di De Rosa: anche per la Cavese ora è 4-3-3, con D’Avanzo e Marzullo sui lati e Palumbo centrale. Al 21’ entra in campo Gaeta, neo acquisto dei pugliesi, per dare la scossa. L’attaccante ci prova al 27’ dalla distanza, ma spara alto. Il Taranto prova ad accelerare: Agovino tenta di coprirsi con l’ingresso di Giordano al posto di D’Avanzo (34’) ed adotta la difesa a cinque. La precauzione non basta. Al 36’ gli ionici agguantano il pari: Conti dalla destra taglia il campo e serve con precisione Genchi, sorprendendo l’intera linea difensiva della Cavese. L’attaccante, da sinistra, incrocia il tiro ed indovina l’angolo alla sinistra di Salsano. Spinto dal pubblico, il Taranto pressa alla ricerca del vantaggio, ma senza esito. Il pareggio accontenta tutti.

Agovino: «Peccato per la rete subita, ma va bene così»

Il sorriso non manca. Massimo Agovino, tecnico della Cavese, a fine partita potrebbe rammaricarsi per il gol del pareggio preso ad una manciata di minuti dalla fine. L’allenatore dei metelliani, però, preferisce sottolineare la buona prova offerta dai biancoblù. «Nel primo tempo siamo stati davvero brillanti, procurandoci diverse occasioni da rete. Siamo avanzati bene con Marzullo, con i mediani ed i trequartisti esterni: abbiamo raccolto meno di quanto abbiamo prodotto. Nella ripresa siamo calati. Siamo partiti in forte ritardo, ci siamo iscritti all’ultimo secondo, abbiamo cominciato il ritiro il 2 agosto. È normale avere qualche difficoltà fisica: abbiamo retto per 60 minuti, poi abbiamo lasciato la scena al Taranto».

In attacco è mancata la necessaria brillantezza. «Purtroppo - prosegue il tecnico - abbiamo dovuto schierare due calciatori infortunati. De Rosa è sceso in campo per onor di firma: lo ringrazio, anzi, per il suo spirito di sacrificio. D’Avanzo, inoltre, era limitato da due fasciature al bicipite femorale. Nel secondo tempo non siamo più stati in grado di ripartire: abbiamo terminato la benzina, ci mancava lo spunto». Il passaggio alla difesa a cinque non è bastato ad evitare il pari di Genchi. «Il calcio - conclude Agovino - è strano. A volte togli un attaccante e vinci la gara, stavolta ho inserito un difensore ed abbiamo preso una rete da polli».

Leo Spalluto

Fonte: Il Portico

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