Un'altra vittoria, questa volta su un terreno infido ed in un ambiente ostile. C'era aria da ultima spiaggia in casa del Delianuova, eppure i metelliani ce l'hanno fatta, centrando il quinto successo consecutivo e mantenendo inviolata la porta di Stefano Ambrosi da 490 minuti. Un ruolino di marcia che ha un solo significato: la Cavese c'è e ha intenzione di continuare la scalata verso la vetta del girone I della serie D. Una rincorsa cominciata con l'arrivo sulla panchina di Mario Somma (nella foto). «Sentivo che avremmo potuto fare molto - sottolinea il tecnico di origini pontine - ed i risultati mi stanno dando ragione. Abbiamo ingranato una buona marcia, ma, naturalmente, dobbiamo stare sempre in allerta, perché i rischi maggiori sono legati ai cali di tensione». Alla vigilia della trasferta in Aspromonte, Somma aveva lanciato proprio questo messaggio di preoccupazione. «Sì, sono stato calciatore e conosco benissimo i meccanismi mentali che si innescano quando le cose sembrano andare tutte nel verso giusto. Avremmo potuto pagare a Delianuova lo scotto di sentirci superiori agli avversari. La Cavese, invece, è stata grande da questo punto di vista: umile al punto giusto, altrettanto cinica a colpire e, poi, quel tanto cinica da resistere al ritorno dei locali. Sul piano del gioco, forse, non siamo stati eccezionali, ma ricordiamoci in quale serie siamo. Rispetto al campionato siamo, lo ribadisco ora più di prima, tra le migliori». Insomma, una Cavese votata alla leadership del girone? «Non corriamo troppo. Stiamo crescendo sempre di più, ma il cammino da fare è ancora lunghissimo. Dobbiamo vivere alla giornata, senza andarcene di testa, perché è facile cadere nella polvere ad ogni minima distrazione. I ragazzi lo sanno benissimo, perché lo ricordo loro in ogni momento. Siamo pronti per il salto di classe? Se l'ambiente capirà e ci seguirà, potremo toglierci parecchie soddisfazioni e puntare, se tutto continuerà ad andare per il verso giusto, alla conquista di un obiettivo più importante della sola salvezza. Tutto dipenderà dall'approccio che i miei calciatori continueranno ad avere con le partite. La Cavese siamo noi, insieme al suo blasone. Sono le altre a doversi adeguare ed a temerla».