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La tabella di Stellone per portare il Napoli in A

Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 22 febbraio 2002 00:00:00

«La corsa? La faremo sul Como. Dobbiamo recuperare 6 punti in 13 gare, perché all'ultima giornata il Como verrà a giocare al San Paolo. Con soli 2 punti di svantaggio, vincendo, andremmo noi in serie A». Stellone (nella foto in alto) ha le idee chiare sul futuro del Napoli. Il bomber è fiducioso, a cominciare dalla partita a Cagliari. «Bisognerà vincere. Ogni altro risultato sarebbe per noi negativo. In una domenica in cui il calendario destina a noi l'incontro più difficile, anche solo pareggiando, potremmo veder lievitare lo svantaggio. Da meno sette a meno nove». C'è chi ritiene il Napoli già fuori dalla corsa-promozione. «Sbaglia. In palio ci sono 42 punti e noi di svantaggio ne abbiamo soltanto 7. Non ci siamo scoraggiati quando eravamo ad 11 punti dal quarto posto, figurarsi ora... Bisognerà recuperare, altrimenti il nostro torneo finirà a marzo». Cosa la fa essere tanto fiducioso? «Nelle ultime 10 partite abbiamo fatto bene, meglio delle quattro che ci precedono. Purtroppo, paghiamo l'handicap sommato all'inizio». Incontro difficoltoso a Cagliari. «Anche il Cagliari è in serie positiva. Il cambio di allenatore ha sortito effetti positivi. Con Sonetti ho vinto il campionato di B a Lecce. Poi, quando l'ho affrontato da avversario, sono sempre andato in gol. Nelle due partite tra Napoli e Brescia». Chi farà tandem con lei? «Non decido io. E poi, siete sicuri che giocherò? » Come sta fisicamente? «Ora non avverto più fastidi. Sono pronto». Pochi gol realizzati dall'attacco nelle ultime gare. «Fa nulla se a rete vanno Villa, Luppi, Magoni, Bonomi. L'importante è vincere». Il Napoli è in flessione fisica? «Non penso proprio. L'Empoli va a mille e, poi, è stato quel cambio Ficini-Cappellini ad averci messo in difficoltà. Fisicamente stiamo bene». Proprio bene non stanno Vidigal (affaticamento muscolare) e Mancini (fastidi al polpaccio sinistro). Nessun problema, però, per la loro utilizzazione. Quanto a Magoni, ecco il suo pensiero: «L'edema ed il dolore stanno scomparendo. Ce la farò». C'è ancora rabbia per il risultato con l'Empoli e per il fallo di Rocchi. «C'è soprattutto perché, se Collina avesse fischiato il primo fallo di mano in area, noi saremmo passati in vantaggio e loro avrebbero giocato con un uomo in meno. Comunque, è un po' di tempo che gli arbitri usano due pesi e due misure nei confronti del Napoli». Quelli dell'Empoli dicono che voi avevate bisogno di ossigeno. «Con l'Empoli i rapporti non sono buoni già dai tempi di Novellino...». L'Empoli volava, il Napoli correva. Perché? «Non so, di certo non siamo in crisi. A Vicenza abbiamo tenuto, giocando 80 minuti in dieci. Lunedì scorso è stato solo un problema di reparti disuniti, di rientri». Ha rischiato un serio infortunio. «Non sono così forti da spezzarmi una gamba».

De Canio fa la conta: sono sette gli assenti

De Canio dovrà fare a meno di Saber e Baccin, operati rispettivamente alla spalla ed al mesopiede; di Esteban, con noie al polpaccio; di Caruso, da tempo fuori squadra per problemi fisici; di Bonomi ed Ametrano, squalificati, e di Moriero. Ieri il tecnico ha provato, come ogni giovedì, schemi ed uomini. Senza il portiere, così sono stati messi in campo gli altri: Troise, Villa, Luppi, Jankulovski; Rastelli (Sesa), Bigica, Alessi, Sesa (Rastelli); Stellone, Pavon. Ovviamente, l'utilizzazione di Vidigal e di Magoni fa escludere quella di Bigica e di Alessi. Da verificare chi sarà il primo di destra tra Villa e Troise, chi giocherà a sinistra tra Jankulovski e Bocchetti, chi starà al fianco di Vidigal e Magoni (nella foto al centro): Rastelli o Sesa a destra; Sesa, Rastelli, Jankulovski o Montezine, a sinistra. Infine, chi affiancherà Stellone? Pavon, Artistico o Sesa?

Rottura tra Moriero e squadra: l'ex interista vive ormai isolato

D'ora in poi, non sarà più il capitano Moriero, ma il marinaio Moriero. Da marinaio si sono rivelate tutte le belle promesse di Moriero. In uno spogliatoio cementatosi nel tempo, Moriero è riuscito con il suo comportamento, con i suoi errori, con le sue parole, a ritrovarsi fuori. Fuori del gruppo. È isolato ed ora rischia anche di essere multato. La società, che ha tempo sino al giorno 28 per deferirlo, per proporlo per una multa, aspetta quanto decideranno i suoi compagni. Compagni che già in altra occasione l'hanno perdonato, che già hanno perorato la sua causa con De Canio. Adesso, dopo quanto è accaduto lunedì sera a Benevento, anche i compagni l'hanno abbandonato. Ufficialmente, ha un problema al polpaccio. Ci sarà anche il problema al polpaccio, sta di fatto che il calciatore non si sta allenando ed appena può scappa via da Soccavo. In questo periodo, le uniche corse che Moriero (nella foto in basso) riesce a compiere sono quelle in auto. Quando, a bordo della sua Audy, "vola" sulla discesa del Centro Paradiso. Dunque, multa in vista per Moriero. Perché? Lunedì sera, Moriero era segnato come vice-capitano nella lista consegnata a Collina. Quando si è fatto male Magoni, la fascia sarebbe dovuta passare sul braccio di Moriero. Sarebbe, ma Moriero l'ha rifiutata. L'ha lanciata via quando Villa gliel'ha data, urlando una frasaccia offensiva. La fascia è andata sul braccio di uno che, come Magoni, è orgoglioso di portarla, di uno che sta dando tutto per il riscatto del Napoli: Luppi. Un signor professionista che, insieme ad altri signor professionisti, come Villa, Mancini, Vidigal, Bonomi, Stellone, Magoni, tanto per citare alcuni nomi, si sta prodigando al fianco di De Canio. Sette minuti dopo, De Canio ha deciso di sostituire Moriero con Rastelli. Fischi dei tifosi, applausi ironici, rabbiosi di Moriero. Poi, nello spogliatoio, a fine gara, parole roventi, parole grosse in un duro faccia a faccia. La squadra non ha accettato lo sgradevole atteggiamento di chi avrebbe dovuto essere un esempio, di chi avrebbe dovuto essere capitano fuori e dentro del campo. La squadra non ha accettato l'offesa al gruppo, un gruppo che De Canio ha creato giorno dopo giorno, che gli azzurri intendono proteggere. L'esempio di Magoni è quotidiano ed esemplare, quello di Baccin unico, quello di chi, fuori per infortunio o per squalifica, chiede di seguire i compagni in ritiro. Insomma, appare insopportabile chi tenta di minare questa splendida realtà. Adesso, Moriero è solo. Già perdonato dai compagni e, poi, da De Canio, perché non volle partire in aereo con la squadra per Como; già perdonato per aver sbagliato l'orario di inizio di un allenamento; già "aiutato" a non volare con la squadra nella trasferta a Vicenza (si trasferì in treno): adesso è abbandonato al suo destino. Difficile ipotizzare un suo recupero. Non si può più perdonarlo. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Inoltre, perdonando ancora, come si potrebbe procedere contro un altro calciatore in caso di errore? La società attende cosa deciderà di fare la squadra. Esiste un regolamento interno: ad esempio, una delle norme prevede che chi esce dal campo debba stringere la mano a chi entra. Sarà la squadra a multarlo o sarà la società a deferire il separato in casa?

Fonte: Il Portico

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