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Fragilità, Gestione, Territorio, Ambiente

LA COSTIERA CHE VA GIÙ

Incuria, abbandono dei giardini e della montagna, misto ad incapacità gestionale, ecco a cosa portano

Inserito da (Maria Abate), sabato 21 dicembre 2019 18:42:29

Il punto di vista di Sigismondo Nastri

Scorrendo facebook, dove le notizie di frane e smottamenti vengono postate una dopo l'altra da un capo all'altro della Costiera ho la sensazione di imbattermi in bollettini di guerra. O, scusatemi il brutto paragone, in quelli che precedono il decesso di un malato illustre, colpito da male incurabile.
Con tutto il rispetto per l'iniziativa, non credo che le petizioni (ho letto anche questa) possano servire. Ci vorrebbe un'azione corale, coordinata, forte, nella legalità, certo, ma ai limiti della legalità, come avvenne quando si manifestò il pericolo di trivellazioni nel golfo. Fu una delle poche volte che ho visto le nostre popolazioni agire in modo compatto, per perseguire un intento condiviso.
Le frane che stanno interessando il territorio sono la conseguenza di incuria, abbandono della montagna, deforestazione, incendi. Anche abusi. Soprattutto, incendi. Sono la conseguenza anche di interessi beceri, se non proprio criminali, di fronte ai quali si chiudono gli occhi, le orecchie, la bocca.
La situazione si trascina, aggravandosi, da decenni. E rischia di arrivare a un punto di non ritorno. Difficile porvi rimedio.
La Costiera è frammentata in dodici comuni e, alla faccia della Conferenza dei sindaci, della Comunità montana, del Parco regionale dei Monti Lattari, non è capace di mettere in piedi una progettualità che vada oltre il campanile, le beghe di paese. Tanto vero che persino su una normale banale ordinanza per la disciplina del traffico "ingombrante" nei periodi di maggiore criticità non s'è riusciti a raggiungere un'intesa.

Fonte: Amalfi News

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