Tu sei qui: GourmetLa storia dello spumone di "Zì Pietro", il dolce vietrese che conquistò Maria Josè
Inserito da (Maria Abate), giovedì 18 giugno 2020 11:22:35
Di Andrea Bignardi (Tratto da "L'Ora di Cronache" del 18 giugno)
«Jamm'o bar 'o Chiatamone, vuo' 'o cuppetto o vuo' 'o spumone?», cantava Domenico Modugno nei versi della celebre canzone "Io, mammeta e tu" poi ripresa con successo da Renato Carosone.
Era il 1955 e l'Italia si lasciava alle spalle i difficili anni del dopoguerra per approdare nell'era del boom economico. Lo spumone, a Napoli, era il gelato che andava per la maggiore, tanto da divenire una presenza immancabile a fine pasto, nelle tavolate domenicali delle famiglie borghesi che vivevano tra Chiaia e Posillipo.
Oggi nel capoluogo la tradizione di questo dessert è quasi del tutto scomparsa ma non manca chi, nel salernitano, la porta avanti da ancor prima che fosse portata alla ribalta dal celebre brano napoletano. A Vietri sul Mare, ad esempio, lo spumone del Bar Centrale, attivo dal lontano 1897, è ancora oggi una vera e propria istituzione. Era un rito già negli anni '40, infatti, consumare quello prodotto da "Zì Pietro".
Il suo spumone ha certamente rappresentato un'epoca, uno stile, una tradizione in quella dolce arte che vede miscelare latte, caffè, nocciole, fragole, limone, pistacchio, per farne dei composti freschi, nutrienti e davvero piacevoli al gusto. Tanto da essere apprezzatissimi anche dalla consorte dell'ultimo re d'Italia Umberto I Maria Josè, che inviò proprio a "Zì Pietro" un telegramma per ringraziarlo degli ottimi spumoni consumati durante il suo soggiorno a Villa Guariglia.
La prima preparazione di questo popolare dessert prosegue ancora nel bar che ha proseguito fino ad oggi la sua attività grazie all'impegno del figlio Domenico prima e del nipote Giovanni poi. E, ovviamente, di sua madre, la signora Rita Fruncillo, che ne custodisce gelosamente la ricetta. Ora come allora, lo spumone è prodotto in caratteristiche forme di metallo che ne conferivano l'aspetto di una sorta di piramide tondeggiante a cupola terminale.
Oggi è possibile trovarlo durante tutto l'arco dell'anno, ma tradizione vuole che la prima preparazione avvenisse il 24 maggio, giorno dell'alzata del panno di San Giovanni, santo patrono della città della ceramica, festeggiato il 24 giugno secondo il calendario ecclesiastico. Un rito che si ripete ancora, al pari di quello della preparazione della milza con aceto e menta, da consumarsi fredda proprio nel giorno della ricorrenza del santo patrono. I gusti? Spaziano da quelli tradizionali, ovvero alla cassata, alla nocciola, al cioccolato ed al caffè, fino a quelli più innovativi, come al pistacchio o alla zuppa inglese. Una serie di gustose sfaccettature per un'affascinante tradizione tutta vietrese.
(Foto: Italian Fashion Victim)
Fonte: Amalfi News
rank: 106022100
Torna a Napoli uno degli appuntamenti gastronomici più attesi dell'anno: Bufala Fest - non solo mozzarella, in programma dal 3 al 7 settembre 2025 nella cornice di Piazza Municipio, a pochi passi dal Maschio Angioino e dal lungomare partenopeo. Cinque giorni dedicati al gusto, all'arte e al valore della...
Armando Aristarco, Executive Chef del Caruso, a Belmond Hotel Amalfi Coast, per tre giorni al fianco dello chef stellato Marco Ortolani all'Eden Kitchen & Bar de La Reserve Eden au Lac di Zurigo: così il suo piatto Nu' Burdell conquista la Svizzera. di Emilia Filocamo Ma un sapore, un piatto, possono...
La cucina campana è ricca di piatti che nascono dalla semplicità degli ingredienti e diventano piccoli capolavori di gusto. Tra questi c'è una preparazione che porta con sé il fascino della tradizione e il tocco dell'eleganza: i Pomodori farciti "Duchessa" o, più semplicemente, "Gratin" Si tratta di...
Dopo il successo dello scorso anno, Il Giorno della Santarosa è pronto a stupire ancora. Un appuntamento che unisce l'eccellenza gastronomica alla forza della solidarietà del territorio costiero, trasformando ogni assaggio in un gesto d'amore. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il Comune di Conca...