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Lettere alla redazione

La denuncia dei cittadini di Atrani per la chiusura della chiesa di Santa Geltrude

“Chiesa chiusa in attesa di un miracolo”: ad Atrani la comunità si mobilita per Santa Geltrude

Dopo quasi un anno di silenzio e abbandono, gli atranesi alzano la voce contro l’indifferenza delle istituzioni: “Quel luogo santo è parte della nostra identità, non possiamo restare a guardare”. Sabato scorso, il suono delle campane e la voce di don Christian Ruocco hanno ridato speranza ai fedeli, ma l’obiettivo è chiaro: “Ogni sabato suoneremo per risvegliare le coscienze, finché la luce non tornerà a illuminare la chiesa e le menti di chi può agire”.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 4 agosto 2025 12:46:00

Un grido accorato si leva dal cuore di Atrani, dove un gruppo di cittadini ha deciso di rompere il silenzio e denunciare pubblicamente l'abbandono della chiesa di Santa Geltrude, da undici mesi chiusa per l'interruzione dell'erogazione di energia elettrica. Un luogo simbolico per ''intera comunità, teatro per decenni della messa vespertina prefestiva, oggi relegato al buio e al degrado. Con una lettera aperta, fedeli e abitanti chiedono che venga restituita alla collettività una chiesa che è storia, fede e identità del borgo, richiamando l'attenzione di istituzioni e cittadini con un gesto silenzioso ma potente: il suono delle campane, tornate a vibrare nella speranza che qualcuno, finalmente, ascolti.

Di seguito il testo integrale.


"Chiesa chiusa in attesa di un miracolo"

La Messa vespertina prefestiva, istituita ancor prima del Concilio Vaticano II da papa Pio XII con la costituzione apostolica «Christus Dominus» del 1953, nel piccolo borgo di Atrani è stata, da sempre, un momento di grande partecipazione nella piccola chiesa di Santa Geltrude, precedentemente Chiesa di Santa Rosalia, compatrona di Atrani. Un appuntamento improrogabile che risale alla presenza delle Suore benedettine nel convento annesso alla Chiesa e che dopo la loro partenza, per fede e devozione, ha continuato a sussistere fino a settembre del 2024, quando, ahimè, i responsabili della gestione del Conservatorio di Santa Rosalia, nominati con apposito decreto dal Ministero dell'Istruzione, hanno deciso di sospendere l'erogazione dell'energia elettrica all'intero stabile, compresa la Chiesa. Sono undici mesi che le porte della Chiesa sono rimaste chiuse, che le campane, che rappresentano la voce di Dio sulla Terra, proclamando la Sua presenza tra noi e radunando il suo popolo per adorarlo, sono rimaste mute. Un periodo di grande tristezza, di cuori lacerati di tutti coloro che frequentano e che sono profondamente legati a quel luogo santo in cui si respira un'aura di profonda spiritualità, ma, anche di storia, legata alla presenza di quelle suore che sono state per anni di grande sostegno per l'intera comunità atranese fino al 2 Marzo del 2008, quando Suor Paola, la madre superiora che da pochi giorni ha raggiunto la casa del Padre, insieme alle sue ultime consorelle, sono andate via. I responsabili della cura della Chiesa di Santa Geltrude con il parroco don Christian Ruocco si sono attivati per ottenere il ripristino dell'erogazione, offrendosi di provvedere ad un allaccio esclusivo per la Chiesa facendosi carico delle relative spese, ma, si sono scontrati con un muro di indifferenza, un silenzio assordante. Da mesi lottano per riaprire un bene che appartiene all'intera Comunità atranese, un luogo in cui tutti gli atranesi sin da bambini si sono seduti su quei banchi, oggi, mangiati dai tarli, si sono accostati a quell'altare che, oggi, a causa della chiusura protratta nel tempo, si è spaccato in due, piegato dall'umidità o si sono inginocchiati dinanzi al Crocifisso in legno, ora, rigonfio di umidità o si sono soffermati in preghiera dinanzi alla Pala di Santa Rosalia, la cui bellezza sta velandosi. "Chiesa chiusa in attesa di un miracolo", verrebbe da dire, ma, sabato la protesta è sfociata in un gesto di grande forza e dignità. Le campane della Chiesa di Santa Geltrude hanno suonato a distesa richiamando i fedeli a raccolta ai piedi dell'altare, nella penombra della Chiesa, illuminata dalla luce fioca di poche candele, la voce forte di don Christian ha risuonato proclamando la parola di Dio ed i cuori si sono rinfrancati affidando nelle mani di Dio le proprie preghiere sulla sorte di quel luogo santo. Non sarà un momento isolato, ogni sabato le campane suoneranno per risvegliare le coscienze di coloro che sono stati preposti alla tutela di un bene che appartiene alla Comunità e che sta andando in rovina per la loro incuria ed indifferenza, sperando che la "luce ritorni" ed illumini le loro menti. "Spes non confudit", ha scritto Papa Francesco e noi tutti vogliamo continuare a credere nella speranza che non delude mai.

Fonte: Il Vescovado

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