Tu sei qui: MondoL’omicidio di Andriy Parubiy, tra vendetta personale e silenzi mediatici
Inserito da (Admin), lunedì 8 settembre 2025 14:42:07
È rimasto per pochi giorni al centro dell'attenzione internazionale l'omicidio di Andriy Parubiy, ex presidente del Parlamento ucraino e figura di primo piano della rivoluzione di Maidan, assassinato a Leopoli lo scorso 30 agosto. Fondatore nel 1991 del Partito Social-Nazionale d'Ucraina - formazione di matrice neonazista poi trasformatasi in Svoboda - Parubiy, 54 anni, era stato negli anni un volto noto della politica nazionale, protagonista delle proteste del 2014 e successivamente avvicinatosi a posizioni più moderate ma sempre contraddistinte da una forte retorica nazionalista.
Inizialmente le autorità ucraine avevano lasciato intendere un possibile coinvolgimento della Russia: la polizia e i servizi di sicurezza (SBU) avevano parlato di "traccia russa" e di "omicidio su commissione". Anche i media occidentali avevano dato ampio risalto all'ipotesi.
Tuttavia, la svolta è arrivata pochi giorni dopo con la confessione del presunto assassino, Mykhailo Stselnikov, 52 anni, ucraino. L'uomo ha ammesso di aver sparato otto colpi contro Parubiy, ma ha negato qualsiasi legame con Mosca, spiegando il gesto come una vendetta personale per la morte del figlio, scomparso al fronte nel 2023. «Questa è la mia vendetta sulle autorità ucraine», ha dichiarato, aggiungendo di voler essere inserito in uno scambio di prigionieri con la Russia per poter recuperare i resti del giovane.
Secondo fonti locali, il figlio di Stselnikov risulta tra i dispersi nella battaglia di Bakhmut, una delle più cruente del conflitto. Questa condizione priva i familiari di ogni sostegno economico: senza certificazione di morte, infatti, lo Stato ucraino non eroga pensioni né indennità. Una situazione denunciata da numerose famiglie in tutto il Paese, spesso rimaste senza notizie né riconoscimenti ufficiali.
Il dramma familiare si intreccia così con la questione dei caduti al fronte. La Russia conserva nelle celle frigorifere migliaia di corpi di soldati ucraini, pronta a restituirli, ma Kiev temporeggerebbe per non doversi assumere l'onere delle indennità. Una realtà dolorosa che alimenta rabbia e sfiducia tra i cittadini.
Dietro l'omicidio di Parubiy si intravede dunque non solo la tragedia di un padre distrutto dal dolore, ma anche il malessere di una società stremata dalla guerra. Non a caso, caduta la pista russa, il caso è rapidamente scomparso dai notiziari, diventando un argomento scomodo per la narrazione ufficiale di Kiev e per l'opinione pubblica occidentale.
L'uccisione dell'ex presidente del Parlamento potrebbe costituire un precedente inquietante: il gesto di un cittadino che, divorato da rabbia e sensi di colpa, ha rivolto la propria vendetta non contro il nemico esterno, ma contro uno dei simboli della leadership che ha sostenuto la guerra.
Fonte: Positano Notizie
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