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Atrani e la sua suggestiva storia: da sede della “potestà pubblica” a rifugio di Masaniello

Inserito da (Maria Abate), martedì 9 ottobre 2018 11:20:38

(tratto da In viaggio con Wagner: Sulle orme del Parsifal di Miriam Cipriani, pp. 171-172)

Atrani, con meno di 1000 abitanti e con un’estensione che è meno di un quarto di chilometro quadrato, è considerato il più piccolo comune dell'Italia Meridionale per estensione territoriale.

È un villaggio con una struttura tipicamente medievale adagiato allo sbocco della valle del Dragone, stretto tra il mare e alte pareti rocciose. Le case bianche, addossate fisicamente le une alle altre, gli archi, i cortili, gli orti e i giardini, i vicoli, le "scalinatelle", insieme con la spiaggia richiamano prepotentemente alla mente un piccolo presepe napoletano.

La storia di Atrani corre parallela alla storia della vicina Amalfi. Amalfi e Atranum, secondo la tradizione cronachistica confortata da fonti documentarie, furono i soli nuclei abitati meglio organizzati, almeno fino all’XI secolo. Durante tutto il periodo entrambe le cittadelle furono sede del potere politico e di quello ecclesiastico e seppero condividere le attività marinare e mercantili, sancendo la loro collaborazione con unioni matrimoniali. Rimasero per sempre autonomi gli uni dagli altri, gli Amalfitani e gli Atraniensis, anche se erano collegati da un'unica sottile spiaggetta scomparsa entro il XIV secolo a causa di erosioni e frane sottomarine.

La conurbazione tra le due città durò per tutta l’età ducale e fu contrassegnata dalla contemporanea presenza delle sedi della "potestà pubblica": il Palazzo ducale di Amalfi e la Cappella palatina di Atrani nella quale si svolgeva l’incoronazione dei capi della repubblica. Non tutti sanno, infatti, che presso l'antichissima chiesa di San Salvatore de’ Birecto oltre ai Duchi della Repubblica Amalfitana che qui prendevano carica, si svolgevano le cerimonie di elezione e di insediamento dei Dogi della Repubblica, con l’imposizione solenne del berretto dogale.

Ad Atrani nacque Tommaso Aniello de Fusco, meglio conosciuto nei libri di storia come "Masaniello", che guidò l’insurrezione dei napoletani contro gli spagnoli nel 1647, guadagnandosi l'appellativo di "capitano del popolo". In omaggio alle gesta eroiche di tale nobile concittadino, gli atranesi invitano a visitare la suggestiva "Grotta di Masaniello", dove si sarebbe rifugiato per l’appunto il Masaniello, collocata sul versante orientale del Monte Aureo poco distante dalla piccola chiesa di Santa Maria del Bando.

Leggi anche:

Tommaso Aniello d’Amalfi: Masaniello, l’eroe del popolo napoletano, per sempre simbolo di rivolta e riscatto

Fonte: Amalfi News

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