Tu sei qui: Storia e StorieDiventa virale il post di Elena Bernabè adattato da Lina Pollio: «Cucire allontana la disperazione...»
Inserito da (Maria Abate), mercoledì 15 aprile 2020 00:30:16
Tra i lavori che hanno caratterizzato la Costa d'Amalfi c'è sicuramente quello della sarta. Positano, con le sue botteghe, negli anni 60 occupava la quasi totalità della manodopera, rappresentata dalle giovani donne della Costiera Amalfitana.
E così che ha trovato terreno fertile il post della dottoressa Elena Bernabè, Psicologa, ideatrice del Progetto e Responsabile della Redazione di EticaMente, condiviso dalla nostra Lina Pollio, per tutti a Positano "La Sorrentina" che ha dichiarato: «ho rilanciato il post dedicandolo alle mie figlie...ho cambiato qualcosa ad un testo che rispecchia in tutto il mio modo di vivere e di lavorare. Mi sono sentita coinvolta dalla passione e dall'amore per questo lavoro. Ho pensato così di trasmettere alle mie giovani donne che il lavoro deve essere una passione, deve essere gioia, solo così puoi passare 12 ore seduta a una macchina ed alzarti senza essere stanca, anzi soddisfatta e felice di aver realizzato con le tue mani un abito che potrà regalare emozioni alla persona che lo indosserà.»
Eccolo qui nella versione leggermente modificata da Lina:
"Mamma cosa si fa se si è disperati?"
"Si cuce bambina mia. A mano, lentamente. Gustandosi ogni onda creata con le proprie dita."
"Cucire fa allontanare la disperazione?"
"No. Cucendo tu la decori. La guardi in faccia. L'affronti. Le dai forma. L'attraversi. E vai oltre."
"Davvero è così potente cucire a mano?"
"Certo... La gente non cuce più e per questo è disperata. Le sarte sanno che con ago e filo puoi affrontare qualsiasi situazione buia riuscendo anche a creare dei meravigliosi capolavori. Mentre muovi le tue mani è come se muovessi la tua anima in modo creativo. Se ti lasci trasportare dal ritmo ripetitivo del rammendo e del ricamo entri in un vero e proprio stato meditativo. Riesci a raggiungere altri mondi. Ed il groviglio di fili emotivi dentro di te si ammorbidisce. Senza fare null'altro."
"Cosa s'impara cucendo?"
"Ad affrontare ogni punto. E basta. Senza pensare al punto successivo. Ci si focalizza sul punto presente, ad ogni cucitura. Che poi è quello che ci sfugge nella vita quotidiana. Siamo disperati perché pensiamo sempre al futuro. E così facendo il ricamo diviene disarmonico, confuso, poco curato."
"Si ma mamma.... le preoccupazioni e le paure come si fanno a vincere con il cucito?"
"Bambina mia. Non le devi vincere. Le devi solo accogliere. E comprendere. Cucendo tessi la trama della vita con le tue mani, sei tu a creare l'abito adatto a te stessa. Cucendo ti colleghi a quel filo sottilissimo che appartiene a tutta l'umanità e ai suoi misteri. Cucendo ti trasformi in un ragno che tesse la sua ragnatela raccontando silenziosamente al mondo tutti i segreti della vita. Intrecciando i fili, intrecci i tuoi pensieri, le tue emozioni. E ti colleghi al divino che è in te e che tiene in mano l'inizio del filo."
Foto Copyright: Lina Pollio
Testo originale: Elena Bernabè
Fonte: Positano Notizie
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