Tu sei qui: Storia e StorieEsperti contro riaperture. Burioni: «Decisione politica, non scientifica». Crisanti: «Estate a rischio»
Inserito da (redazioneip), domenica 18 aprile 2021 09:00:15
Le riaperture annunciate dal premier Mario Draghi rischiano di far ripartire il contagio da Covid-19. E' il pensiero condiviso da molti esperti del nostro Paese.
Tra i più preoccupati è Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e virologia dell'università di Padova, che ha parlato così all'Adnkronos Salute: «Con una situazione di contagio elevato, pensare alle riaperture vuole dire che tra un mese avremo un aumento dei casi di Covid-19 e l'estate sarà a rischio e dovremmo richiudere».
Sempre all'Adnkronos ha parlato anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit): «Mentre gli altri Paesi del mondo sono ancora in lockdown o stanno lentamente uscendo dopo mesi di serrata e milioni di vaccinazioni, noi stiamo riaprendo con 15mila casi e 400 morti al giorno. In termini epidemici riaprire ora è un azzardo che ha una solo motivazione, quella politica e non certo un avallo scientifico. In un momento cruciale della campagna vaccinale italiana dovremmo essere più rigorosi, pensare alle chiusure e non ad aprire. Ricordo che le terapie intensive vivono ancora una situazione molto complicata di allerta che non è risolta».
«La decisione di riaprire è una decisione politica e non scientifica. Questo l’ho scritto un anno fa ma è estremamente attuale», scrive su Twitter Roberto Burioni, virologo dell'università Vita-Salute san Raffaele di Milano.
Secondo Gianni Rezza, capo della Prevenzione del ministero della Salute e membro del Comitato tecnico scientifico, «il rischio c’è», ma «abbiamo un sistema di allerta precoce, che consente di attuare misure restrittive prima che la curva riparta».
Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, intervistato da Otto e mezzo, ha dichiarato: «La soluzione è vaccinare e sapere che non puoi fare certe riaperture se non si vaccina abbastanza. La Sardegna è passata da zona bianca a zona rossa in 15 giorni. In un periodo senza turismo doveva esserci un bel po' di infezione residua nell'isola. E' ricominciato tutto subito, in modo clamoroso. E' incontrovertibile. E' una lezione, come quella delle zone gialle che diventano arancioni, che bisognava imparare».
Fonte: Il Portico
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