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San Giuseppe, tra fede e tradizione popolare

Inserito da (redazionelda), martedì 19 marzo 2019 11:33:47

di Sigismondo Nastri

Faccio una confidenza. Di tutti i santi che popolano il paradiso, san Giuseppe - che la Chiesa ricorda oggi in calendario - è quello che mi fa più tenerezza. Perché è docile, umile, paziente, obbediente. Tanto che - prima ancora che prendesse in sposa Maria -, Dio volle affidargli il ruolo di padre putativo, di educatore di Gesù Cristo, che lei - "Vergine Madre, figlia del suo figlio", così la definisce Dante -, portava in grembo. Lei, che aveva nobilitato l'umana natura al punto che il suo fattore - aggiunge il sommo poeta - "non disdegnò di farsi sua fattura".

Riporto qui, dal vangelo di Matteo, la ricostruzione dei fatti: "Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Però, mentre stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve un angelo del Signore che gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù; egli, infatti, salverà il popolo dai suoi peccati."

Nella vita di Cristo, trasmessa a noi dal racconto evangelico, Giuseppe è presente in modo discreto. Tranne che nella scena della natività, come viene rappresentata ogni anno nell'allestimento del presepe. Lo troviamo poi, premuroso quanto preoccupato, che, per sottrarlo alla persecuzione di Erode, "prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto", recependo senza discutere il consiglio venutogli dal Cielo. Alle nozze di Cana - dove la divinità di Cristo si manifestò per la prima volta, nella trasformazione dell'acqua in vino - non c'era, forse era già passato nell'aldilà.
San Giuseppe, è stato definito il santo del silenzio. Non c'è stata riportata una sua parola. E non sappiamo neppure quando e come se ne sia andato. In piena serenità, certamente, meritando di essere promosso dalla Chiesa patrono della buona morte.

Era un falegname, anzi un carpentieri: tra gli attrezzi di lavoro aveva la pialla. Questo ha generato, nella tradizione popolare, un detto - abbastanza dissacrante - riferito alle donne con poco seno: "San Giuseppe 'nce ha passata a chianozza". Oggi, con le protesi di silicone a disposizione, che ne modificano disinvoltamente volume e forma, il proverbio è diventato obsoleto. Il "salto" dalla seconda taglia alla terza o alla quarta fa parte della routine quotidiana. Si potrebbe ampliare il discorso, meglio lasciar stare.

Sopravvive quell'altro detto: "Nun sfruculià ‘a mazzarella ‘e san Giuseppe", non abusare di una persona docile e paziente. Per chi ci prova vale l'ammonimento del poeta latino Orazio: "Est modus in rebus: sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum" (v'è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto).

Fonte: Il Vescovado

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