Tu sei qui: Storia e StorieVietri e Pontone celebrano San Giovanni Battista, miti e tradizioni della festa del 24 giugno in Costiera
Inserito da (Maria Abate), sabato 23 giugno 2018 14:26:21
Di Sigismondo Nastri
La festa religiosa di San Giovanni Battista si fonde - e si confonde - con tradizioni, superstizioni, pratiche esoteriche. Non so dire perché. Non mi ci sono applicato. Forse perché capita in un giorno particolare del calendario, il 24 giugno, subito dopo il solstizio d'estate.
Penso che sia la solennità in cui maggiormente sopravvivono antiche credenze pagane legate al ciclo della natura. Faccio cenno qui soltanto ad alcune di esse, apprese al tempo dell'infanzia ad Amalfi. Si diceva che nella notte tra il 23 e il 24, la più breve dell'anno, scendesse a mare, dal cielo, una trave di fuoco (‘a trave ‘e fuoco) per riscaldarne l'acqua. Ricordo che, quando ero bambino, la stagione balneare cominciava proprio nel giorno di san Giovanni. Prima non era concesso, a noi bambini, di mettere i piedi oltre la linea della battigia.
Poi c'era il rito del piombo, metallo tenero, duttile, malleabile. che veniva posto in un pentolino (attenzione: non di stagno) e messo a sciogliere sul fuoco. Operazione non difficile, considerato che la fusione avviene a una temperatura di 328 gradi. Dopo di che lo si riversava rapidamente in un secchio d'acqua lasciandolo lì fino al raffreddamento. Il metallo, ridiventando solido, assumeva forme particolari alle quali si cercava di dare un significato. Se ne ricavavano addirittura oroscopi per il futuro.
Ancora. Nella notte di San Giovanni si raccoglievano (lo si fa ancora) le noci - ventuno, acerbe, bagnate di rugiada, col mallo verde - da mettere a macerare in un litro d'alcol per la produzione domestica del nocillo.
Infine, il sabba delle streghe - le janare [dianare, seguaci di Diana] - sotto il maestoso noce di Benevento, posto sulla riva del fiume Sabato. Luogo di incantesimi, di riti esoterici. Ci arrivavano da ogni dove, e in ogni condizione di tempo, finanche «sotto a ll'acqua e sotto ‘o viento, sotto a ogne maletiempo», dopo essersi unte di un unguento a base di erbe, volando a cavalcioni sul manico di una scopa di saggina. Sembra che anche quelle di Conca dei Marini ci andassero. richiamate dai fantasmi di Erodiade e Salomè, due donne crudeli, ree di aver ammazzato il Battista, colui che annunciava la venuta del Cristo. E per questo - per espiare la loro colpa - costrette a vagare per il mondo, cariche di catene.
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Fonte: Amalfi News
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