Tu sei qui: Territorio e Ambiente“Basta alle cassette di polistirolo nella pesca”, Peretti lancia una petizione per chiedere una legge nazionale
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 10 marzo 2025 11:39:11
"Un mare più pulito da lasciare in eredità alle generazioni future: questo è l'obiettivo sul quale centrare la lotta all’eliminazione del polistirolo dalla pesca. Per fare questo occorre un impegno serio del Governo da affiancare alle piccole iniziative sporadiche che ogni tanto sollevano la questione con tanti buoni propositi". Questo l’auspicio di Vincenzo Peretti, rappresentante della ricerca scientifica applicata alla pesca e all'acquacoltura della direzione generale per le politiche agricole alimentari e forestali della Regione Campania, che nei giorni scorsi ha lanciato una raccolta firme online per arrivare all’abolizione definitiva dei contenitori di polistirolo dal mondo della pesca e dei pescatori.
In un mondo in cui l'ecosostenibilità ha finalmente preso piede come imperativo categorico, è sorprendente notare come taluni metodi di pesca continuino a basarsi su pratiche dannose per l'ambiente. È in questo contesto che ci si deve interrogare sull'uso delle cassette di polistirolo, un materiale che rappresenta una vera e propria minaccia per i mari e per la fauna ittica che li popola. In Costiera Amalfitana, Cetara ha già detto addio al polistirolo grazie all’introduzione delle cassette in polipropilene DUWO.
"È tempo che questa problematica passi al Governo, serve una legge definitiva per centrare l’obiettivo in Italia e porre le basi per estenderla poi al resto d’Europa. Anche perché esistono da tempo le cassette ecologiche come la DuWo, utilizzata da tanti pescatori della Campania, che consentono di lavorare senza compromettere l'integrità dell'ambiente marino", prosegue Vincenzo Peretti.
La cassetta DuWo è dotata di microchip Rfid per cui può essere interfacciata a qualsiasi sistema informatico per tracciare il pescato e la cassetta stessa. Inoltre, ha un coperto portaghiaccio che impedisce allo stesso di entrare in contatto diretto con il prodotto ittico che resta incontaminato ed al tempo stesso refrigerato. Ha un apposito drenaggio per evitare il ristagno dei liquidi oltre ad essere idrorepellente, sanificabile ed impilabile in modo da essere utilizzata occupando poco spazio su pescherecci, depositi e magazzini.
Non si può più continuare a tollerare l'uso di questo materiale inquinante ed è ora di promuovere una legislazione che ne vieti l’impiego. "Anche se le firme delle petizioni online non hanno un valore legale, hanno comunque un forte valore simbolico, e possono in ogni caso acquisire peso politico e sociale quando raccolgono molte sottoscrizioni. Di sicuro sono un trampolino di lancio che ci consentono di chiedere a gran voce al Governo di avviare un dibattito serio e costruttivo sulla questione, coinvolgendo pescatori, ambientalisti e scienziati, per redigere una legge che non solo ponga un divieto, ma che preveda anche incentivi per l’adozione di pratiche sostenibili nella pesca. È in nostro potere salvaguardare i nostri mari, un patrimonio che ci appartiene e che dobbiamo preservare per le generazioni future", conclude Vincenzo Peretti.
Per firmare la petizione https://chng.it/HcRmZNhPtc
Fonte: Il Vescovado
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