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La nuova opera di Giovanna Amato esplora le sfide del turismo contemporaneo

Libri e attualità. "Provincia Cronica": racconti di un'isola immaginaria e la crisi dell'Overtourism

Nel suo settimo libro, Giovanna Amato, cresciuta in Costiera Amalfitana e residente a Roma, ci porta su un'isola immaginaria nell'estate del 1996, intrecciando storie di vari personaggi con la nascente crisi del turismo di massa. Un'opera che riflette sulle trasformazioni economiche e sociali legate al turismo, evidenziando i pericoli dell'overtourism e l'importanza di diversificare l'economia dei territori.

Inserito da (Admin), venerdì 12 luglio 2024 08:07:36

di Giovanna Amato* Insegnante di materie letterarie, originaria della Costa d'Amalfi, classe 1986 ha vissuto la prima parte della sua giovinezza in Costiera Amalfitana, oggi vive e lavora a Roma dove si occupa di critica letteraria e musicale.

Per anni ho lavorato a un libro di storie ambientate su un'isola immaginaria, un'isola che nulla aveva a che vedere con la mia Costiera; un'isola con le sue storie che si intrecciano nell'estate del Novantasei, quella in cui sulle teste di chi di noi c'era passò la cometa Hale-Bopp. Ci sono una poetessa che si rintana ma si arrabbia di non essere riconosciuta, una ragazza venuta a scrostare dallo stucco un Cristo Pantocratore, una nonna che muore, una venditrice di scarpe che conosce le leggende dell'isola, e cento altri ancora, ma il vero protagonista è forse proprio il 1996. Uno spartiacque, il passo prima di un portale: il momento in cui si inizia a ragionare di internet, di una nuova moneta. E, come molti manuali di storia del turismo dicono, il periodo in cui le modalità in cui veniva "fatto" turismo iniziarono a diventare impegnative. Chi viene, legittimamente viene a scoprire le terre in cui non ha avuto la fortuna di crescere; chi accoglie, legittimamente ne fa una modalità di guadagno. Il problema nasce quando l'intero reticolato economico si fonda su una sola attività, qualsiasi essa sia; e i contro non ce li ha insegnati solo la pandemia. Ce li hanno insegnati il sovraffollamento, la fuga dei giovani che hanno altre aspirazioni, le serrate invernali, il carico insostenibile di lavoro nella stagione turistica, l'emergenza abitativa, la corsa alle infrastrutture (penso ad esempio agli autobus), un disagio che appartiene sia al residente che al turista. Nel mio libro accadono molte, diverse cose. Ma il filo della crisi dell'"overtourism", solo minaccia nel '96, è tenuto teso dai sogni apocalittici di un'iguana, dalle riflessioni di un gattino sulla "monocoltura" turistica e dal dolore di un ragazzo che si fa chiamare Raccoon, perché vorrebbe accartocciare l'isola natale come fosse un procione. Sono gli animali, si sa, a fiutare il pericolo per primi. Mentre lavoravo a tutto questo, complici splendidi libri come Il selfie del mondo di D'Eramo, Etica del turismo di Del Bò e Le case degli altri di Esposito, mi accorgevo che ciò che accadeva in tutto il mondo accadeva nella stessa rovinosa maniera anche nella Costiera che mi ha vista crescere. Leggo con grande interesse anche su queste pagine un dibattito crescente sulla necessità di non demandare al solo turismo l'economia di un territorio, e ne faccio tesoro, specie ora che la mia Roma si prepara ai contraccolpi di un Giubileo.

Fonte: Il Vescovado

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