Tu sei qui: Territorio e AmbienteLimone Costa d’Amalfi IGP minacciato dal mal secco: al TG Regione l’allarme degli agricoltori locali [VIDEO]
Inserito da (Admin), giovedì 4 luglio 2024 21:51:35
Il Limone Costa d'Amalfi IGP, famoso in tutto il mondo e simbolo di un'intera area turistica, ha un nemico subdolo e tenace: il mal secco, un fungo che distrugge gli agrumeti, attraverso un contagio che si propaga rapidamente. Nel servizio, a cura di Michele Giordano, andato in onda questa sera al TG Regione, un agricoltore, intento a tagliare i rami secchi, mostra la rapidità con cui questo fungo attacca le piante di limoni. Un'emergenza che ha spinto la Conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi a lanciare un messaggio d'aiuto perché il 25% dei limoni è ormai attaccato dal mal secco.
«Per noi il limone rappresenta turismo, economia e immagine. Siamo nella zona del Grand Tour, promuoviamo il turismo culturale», esclama Andrea Reale, sindaco di Minori.
Si cerca di porre rimedio al malsecco tagliando rami e alberi, bruciandoli per evitare il contagio. Il Presidente del Consorzio di Tutela "Limone Costa d'Amalfi IGP", Angelo Amato, ha illustrato la problematica a Roma al Sottosegretario all'Agricoltura, Luigi D'Eramo.
«Ci sono circa 40 ettari di limoni che potrebbero veder compromesso il loro raccolto nei prossimi anni se non si interviene - dichiara Chiara Gambardella, direttore del Consorzio di Tutela - Il nostro è un grido d'allarme per cercare di arginare questo fenomeno».
L'impegno dell'organizzazione dei produttori e la raccolta negli agrumeti indenni continua a garantire la presenza del prodotto nei punti vendita.
«Parliamo di un prodotto di qualità e di nicchia e tutti insieme lavoriamo per proteggere questa eccellenza dell'agricoltura italiana - afferma Carlo De Riso, direttore della OP Costieragrumi - Purtroppo, al momento l'unico metodo efficace in presenza di infezione da mal secco è tagliare e bruciare immediatamente. Pertanto, non posso condividere l'ordinanza della regione che vieta di bruciare piante infette e sterpaglie da giugno a settembre. Se viene trattato in tempo, esiste la possibilità di debellare il mal secco. Se, invece, per tre mesi non è consentito bruciare, il rischio che si propaghi rapidamente è molto alto. È, infine, fondamentale adottare buone pratiche agricole, come disinfettare sempre le attrezzature in presenza di mal secco, rimuovere e bruciare anche le foglie cadute a terra dalle piante infette».
Fonte: Il Vescovado
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