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Scontro sul diritto al referendum a Maiori

Maiori, Comitato Referendum ricorre al Tribunale Civile: «Violato lo Statuto, il Consiglio ha impedito il voto dei cittadini»

Il Comitato Promotore Referendum Popolare, assistito dagli avvocati Oreste Agosto e Vincenzo Rispoli, ha presentato ricorso al Tribunale Civile di Salerno contro la delibera che ha bloccato la consultazione su due opere pubbliche controverse: il depuratore al Demanio e il traforo tra Maiori e Minori. «Grave violazione delle regole democratiche», denuncia il coordinatore Mario Civale.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 1 agosto 2025 10:33:59

Il Comitato Promotore Referendum Popolare del Comune di Maiori, assistito dagli avvocati Oreste Agosto e Vincenzo Rispoli, ha depositato presso il Tribunale Civile di Salerno un ricorso per chiedere «l'annullamento della delibera consiliare che ha impedito lo svolgimento del referendum su due opere pubbliche fortemente contestate dalla cittadinanza: il depuratore in località Demanio e il traforo tra Maiori e Minori in località San Francesco; al fine di ottenere la tutela del diritto di voto della cittadinanza e di conseguenza la nomina della Commissione per i referendum prevista dallo Statuto».

Il 14 agosto 2024, infatti, il Comitato aveva presentato regolare richiesta di attivazione delle procedure referendarie, come previsto dallo Statuto comunale. Tuttavia, spiegano gli attivisti, «anziché convocare la Commissione appositamente prevista dall'articolo 79 dello Statuto per valutare l'ammissibilità della richiesta, il Comune aveva illegittimamente affidato la decisione al Consiglio comunale, che con delibera n. 37 del 26 settembre 2024 respingeva l'istanza per motivi di forma».

«Si tratta di una grave violazione delle regole democratiche - dichiara il coordinatore del Comitato, prof. Mario Civale - Lo Statuto è chiaro: spetta a una Commissione tecnica, non al Consiglio comunale, valutare l'ammissibilità delle richieste referendarie. È inaccettabile che la maggioranza politica si sostituisca agli organi competenti per impedire ai cittadini di esprimersi».

I due progetti oggetto del referendum interessano aree di straordinario valore ambientale e paesaggistico, sottoposte a numerosi vincoli: dal decreto ministeriale per la Grotta dell'Annunziata ai vincoli UNESCO della Costiera Amalfitana, dai siti Natura 2000 ai vincoli idrogeologici.

La richiesta referendaria è arrivata dopo due petizioni popolari che hanno raccolto oltre 1.000 firme ciascuna, «rimaste senza risposta da parte dell'amministrazione comunale, in violazione della normativa su opere pubbliche e partecipazione popolare».

Il TAR Salerno, pur dichiarando il difetto di giurisdizione amministrativa, ha riconosciuto la fondatezza delle ragioni del Comitato, stabilendo che la materia appartiene alla giurisdizione ordinaria. Come evidenziato nella sentenza n. 143/2025, il Comitato promotore "costituisce un vero e proprio potere" e la sua posizione è tutelata come "diritto soggettivo pubblico" non comprimibile da atti di organi incompetenti.

Con il ricorso attuale, presentato al Tribunale Civile in seguito alla sentenza del TAR, il Comitato chiede:

  • La dichiarazione di illegittimità degli atti impugnati
  • L'accertamento del diritto del Comitato e dei cittadini di Maiori alla convocazione della Commissione ex art. 79 dello Statuto
  • Il riconoscimento del diritto dei cittadini allo svolgimento del procedimento referendario.

«Il caso rappresenta un importante precedente per la tutela degli strumenti di democrazia partecipativa a livello comunale e per il diritto dei cittadini a essere protagonisti delle scelte che riguardano il loro territori», dichiarano i membri del Comitato, che osservano: «Ovviamente il nuovo finanziamento di 1,8 milioni di euro, assegnato di recente al Comune di Maiori per una nuova condotta sottomarina, potrebbe rappresentare sicuramente una svolta positiva. Se il Sindaco dovesse confermare ufficialmente la rinuncia al depuratore nel Demanio, puntando sul potenziamento dell'impianto esistente con tecnologie innovative, uno dei due referendum diventerebbe superfluo».

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Fonte: Il Vescovado

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