Tu sei qui: Territorio e AmbienteUno studio della Stazione Zoologica Anton Dohrn fa luce sulla Skeletonema marinoi, la diatomea che si difende dal suo predatore cambiando forma.
Inserito da (admin), martedì 17 aprile 2018 14:37:39
Un recente articolo pubblicato dalla rivista ISME Journal, del gruppo Nature, dimostra come anche nell'ecosistema marino al microscopio esista la relazione preda-predatore. Anche nel piccolo mondo visto al microscopio vige la legge del leone e della gazzella e proprio l'ecosistema marino ci spiega che esistono lotte feroci tra prede e predatori. Infatti, proprio due dei suoi componenti più importanti, le diatomee, alghe unicellulari facenti parte del primo anello della catena alimentare, e i copepodi, microscopici crostacei che si nutrono delle piccole alghe, consentono di comprendere questa relazione "speciale". Mentre i copepodi possono nuotare e spostarsi verso la preda, le diatomee, non possedendo strutture per la locomozione, per sfuggire ai loro predatori devono mettere in atto altre strategie di difesa. Per scoprirle, un gruppo di ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn, guidato dalla Dott.ssa Mariella Ferrante, ha visitato i laboratori della Stazione Marina di Tjӓrnӧ, in Svezia, dove sono stati riprodotti gli incontri tra la Skeletonema marinoi, una diatomea che normalmente forma catene cellulari molto lunghe, e due diversi tipi di copepodi. Quando la Skeletonema marinoi percepisce la presenza dei predatori, riduce la lunghezza delle sue catene cellulari per diminuire il rischio di essere individuata e, conseguentemente, mangiata. In pratica, la microscopica alga cambia la propria forma per fuggire dai suoi naturali avversari. Questo studio, pubblicato dalla rivista ISME Journal, del gruppo Nature, fornisce un grande contributo alla comprensione della funzione dei geni nelle interazioni tra microrganismi e di come tali interazioni siano fondamentali per la vita stessa. Analizzando i geni espressi dalle diatomee in presenza dei predatori è stato possibile notare, infatti, un’attivazione dei geni coinvolti nella risposta allo stress, accompagnata ad un cambiamento nel metabolismo dei grassi per la produzione di energia, necessaria probabilmente per sfuggire alla predazione. La visita ai laboratori svedesi è stata possibile grazie ai finanziamenti di ASSEMBLE, un progetto della Comunità Europea che supporta gli scambi tra stazioni marine situate in diverse parti del mondo e che ha contribuito al consolidamento di diversi studi e collaborazioni nell’ambito della biologia marina.
Fonte: Booble
rank: 10145109
"Immaginate di sedervi qui, anche solo per dieci minuti." È con queste parole semplici ma evocative che il sindaco di Vico Equense, Giuseppe Aiello, comunica che l'amministrazione comunale ha provveduto ad installare nuove panchine nei pressi della Chiesa della SS. Annunziata e a Punta Mare, luoghi simboli...
Cetara conferma il suo ruolo di capitale della tradizione marinara italiana diventando laboratorio per il futuro della pesca nel Mediterraneo. Durante il vertice europeo promosso da Coldiretti Pesca, è stato presentato il progetto per creare vere e proprie "farm" del tonno rosso in Italia, con l'obiettivo...
Sabato scorso, 13 settembre, tre balenottere comuni sono state avvistate in più riprese mentre attraversavano le acque dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella. A testimoniare il suggestivo momento è stato Michela di Bartolomeo. Il suo video è stato poi pubblicato sulla pagina Facebook dell'Area...
Ad Atrani, un episodio di inciviltà ha richiesto l'intervento degli operatori della Miramare Service anche nella giornata di domenica, per la pulizia di escrementi animali abbandonati lungo le stradine del borgo. "Anche di domenica, ci si è trovati a dover intervenire, tramite gli operatori della Miramare...