Un colpo al caro spesa con il "Farmer Market" (mercato dei contadini). Ma con una linea diretta dal produttore al fruttivendolo e con un prezzo "politico", concordato e sorvegliato dal Comune. Questa la risposta della Confesercenti all'iniziativa del presidente della Commissione Attività Produttive, Enzo Iacobucci, e della Coldiretti, per renderla effettivamente realizzabile senza alcun contraccolpo per l'anello considerato debole della filiera: il commerciante al dettaglio.

«Abbiamo un duplice obiettivo - spiega Iacobucci - Calmierare i prezzi dei prodotti ortofrutticoli, oggetto molto spesso di un'ingiustificabile inflazione, con un'escalation dei prezzi dovuta agli eccessivi passaggi di mano, che non è possibile più sostenere, e valorizzare e salvaguardare la produzione agricola cavese». Un piano condiviso da tutti, ma che va realizzato con attenzione per non incorrere nel rischio di concorrenza sleale.

«È un progetto al quale guardiamo con interesse - spiega Aldo Trezza, Confesercenti - Siamo, però, contrari a far vendere direttamente ai contadini, che, a differenza dei commercianti, non possono garantire il rispetto di tutte quelle norme sulla sicurezza alimentare imposte dalla legge. La nostra proposta è di aprire una linea diretta tra produttore e venditore finale, bypassando tutto il resto, che è spesso solo uno sperpero di denaro».

Imperativo: salvare capra e cavoli. «Non si può inflazionare il mercato con altri venditori. Il risultato sarebbe la crisi di un'intera categoria che già deve sopportare dei rilevanti costi di gestione (affitti, elettricità, tasse, etc.)». Non c'è tempo da perdere, invocano i consumatori. «Sono iniziative che appoggiamo fermamente - afferma Luciano D'Amato, Unione Nazionale Consumatori - ormai ci si organizza nei condomini, tra gruppi di amici, per cercare il massimo risparmio possibile sui generi alimentari, ed abbattendo le lunghe filiere si abbattono anche i prezzi».