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Marini sta male, rinviata l'audizione delle figlie

Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 18 aprile 2002 00:00:00

Nell'appartamento di Santa Lucia, ormai abitato solo dalla moglie e dal suo primogenito, si sente male. Poche ore prima dell'udienza che li avrebbe visti l'uno contro l'altro, Silvio Marini, il camionista cavese accusato dalle due figlie di violenza carnale, è stato colto da malore. Alle prime luci del giorno un'ambulanza lo ha trasportato in ospedale. All'inizio si è pensato ad un banale mancamento, complice la tensione del confronto in aula, poi la sorpresa: l'uomo è stato ricoverato d'urgenza. E così ieri mattina, giorno fissato per l'audizione delle due sorelle Elisabetta e Monica, il giudice ha dovuto rinviare la seduta al prossimo 6 novembre. Ore 10, I Sezione Penale del Tribunale di Salerno: i difensori di Silvio Marini, Marco Salerno e Maurizio Mastrogiovanni, presentano il referto medico ed un certificato di ricovero rilasciato dai sanitari, che riferisce di una grave patologia cardiaca, di cui l'uomo sarebbe sofferente da anni. Pronta la replica degli avvocati delle due giovani donne: Giovanni Del Vecchio e Leonardo Cotugno impugnano il documento, richiamandosi alla mancata esplicitazione della patologia in questione. Ma per il giudice l'opposizione è respinta e si decide per il rinvio. Elisabetta e Monica, le figlie di Marini che nel 2000 lo hanno denunciato per violenza carnale, escono, così, dall'aula scelta per l'udienza senza aver incrociato il padre, senza essere state ascoltate, convinte, però, di poterlo fare alla prossima udienza. Avrebbero dovuto ricostruire quella terribile e prolungata esperienza: sette anni (dal '92 al '97) durante i quali il padre, secondo quanto dichiarato agli inquirenti in occasione della denuncia che ha dato il via alle indagini, avrebbe approfittato di loro. Lui, camionista trapiantato a Cava nel lontano 1975, e la moglie, affetta da una grave forma di schizofrenia, vivono in una modesta casa in via Vitale a Santa Lucia. E dietro quelle mura, secondo il racconto di Elisabetta e Monica, le due sorelline avrebbero subito maltrattamenti, fatti di percosse ed aggressioni, fino all'abuso sessuale. Secondo il racconto delle due sorelle, non si tratterebbe di rapporti completi, ma di palpaggiamenti ed altre molestie, come la perversa abitudine di assistere ad atti libidinosi. Poi nel 2000 la svolta: Monica si allontana di casa ed inizia una convivenza con l'uomo che di là a poco diventerà suo marito. Stesso destino per Elisabetta. Insieme, ormai lontane dalla casa paterna, decidono di rompere il silenzio, accusando il padre di violenza. Silvio Marini, secondo gli avvocati Salerno e Mastrogiovanni, continua a professarsi innocente. A suo favore ci sarebbe anche la testimonianza del figlio maschio, che non avrebbe mai accettato la versione riportata dalle sorelle e l'idea di un padre violento. La difesa da parte sua, dunque, preannuncia un approccio molto deciso nelle prossime sedute, sicura di poter contare su alcune prove inconfutabili, che, stando alle prime indiscrezioni, tendono a scardinare l'impianto dell'accusa, per ora rappresentato dalla denuncia-testimonianza delle due giovani, ed a delineare uno scenario di degrado, nel quale lo stesso Marini sarebbe stato vittima di minacce e violenze fisica.

L'imputato ha già subito tre interventi al cuore

Nato a Trento, Silvio Marini si trasferisce a Cava de' Tirreni nel lontano 1975, un anno prima della nascita della sua seconda figlia, Monica. Nel 1992, data indicata nella denuncia presentata dalle figlie come inizio della presunta violenza carnale, l'uomo era già malato di cuore. Proprio in quegli anni, secondo gli avvocati difensori Marco Salerno e Maurizio Mastrogiovanni, Silvio Marini fu sottoposto ad un primo intervento di by-pass. A questo sono seguite altre tre operazioni per la sostituzione della protesi.

Fonte: Il Portico

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