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‘Stellone non si vende'

Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 3 gennaio 2002 00:00:00

Pavarese, rifiuterete l'offerta per Stellone? «Non abbiamo ricevuto offerte, ma anche se le ricevessimo, le rifiuteremmo». E quella del Lecce: 15 miliardi di lire (7.746.853 euro, ndr)? «... 15 miliardi? Per acquistare una gamba di Roberto? Stellone (foto in alto) non si cede». Ma quanto vale, adesso, Stellone? «Ho letto che per Mutu alla Juventus si parla di 30 miliardi. Stellone può mai valere meno di Mutu?». Al di là del valore e delle offerte, giunte o meno, c'è un aspetto da non trascurare: vendere Stellone, oggi, significherebbe non avere più neanche il minimo rispetto dei tifosi. Se esiste una minima possibilità di ritornare in A, anche quella verrebbe cancellata. Almeno su questo Corbelli e Ferlaino dovrebbero essere d'accordo: Stellone non si vende. Un dato è certo: almeno sino al prossimo Consiglio di Amministrazione, niente si muoverà. A meno che i due soci, magari dopo un'auspicabile vittoria degli azzurri a Como, non diano diverse direttive a Pavarese. Sinora, il diesse non può acquistare nessuno, né può cedere qualcuno (Husain, Alessi...) in prestito. Si vuole tentare di raggranellare soldi. Disperatamente. Naturalmente, il più preoccupato è De Canio, al quale, spesso, ritornerà alla mente la frase che, nel giorno della firma del contratto, un tifoso urlò: «De Cà, non sai in quale guaio ti sei venuto a cacciare...». Il calciomercato si chiuderà a fine mese. Pavarese spera di riuscire a portare in azzurro, in prestito, tre calciatori: Grabbi (grazie anche alla mediazione di Peppe Accardi), Brambilla e Calaiò, un attaccante sul quale Pavarese è pronto a scommettere. Sul fronte partenze, quasi certa quella di Alessi (Arezzo o Avellino).

Moriero: «Non voglio sentir parlare di cessioni»

Il grande fustigatore. Nel giorno dell'antivigilia, a Benevento, Moriero (nella foto al centro) bacchettò i dirigenti. Parole di fuoco contro la società, assente in un momento così emotivamente intenso. In società fecero finta di non capire: «Abbiamo dato a Pavarese 10 milioni da devolvere in beneficenza, come vuole la squadra». Piccolo, ma non insignificante dettaglio: l'allenatore e la squadra non volevano soldi o doni, ma la presenza di una società intenta solo a litigare. Anche sugli auguri natalizi. A pochi giorni dalla Befana, a Soccavo un nuovo intervento del capitano, che è entrato bene nella parte. Soprattutto fuori del campo. Ecco il nuovo pensierino ai dirigenti. Stavolta, affronta l'argomento acquisti e cessioni. Il capitano è in linea con De Canio, è in sintonia con i compagni: «Non voglio sentir parlare di cessioni. Qui, non deve essere venduto nessuno. Voglio ritornare in A. Non è indebolendo l'organico che si potrà centrare il traguardo. Come minimo, occorre un attaccante. Se, poi, viene deciso di non fare acquisti, allora non si facciano nemmeno cessioni. Dovessero vendere qualcuno, mi girerebbero le... scatole». È pirotecnico, Moriero. In meno di un quarto d'ora, parla di tutto. Del suo passato, del presente «ricco di insidie e di problemi», del futuro: «Penso che questo sarà il mio ultimo campionato. Sto pensando di chiudere con il calcio, a meno che qualche club non ritenga di dare ancora fiducia al calciatore Moriero per un anno. Penso di smettere e di fare il dirigente. Il mio sogno? Riportare il Napoli in A e poi appendere le scarpette al chiodo. Per realizzare il sogno, per far sì che De Canio possa lavorare in serenità, non bisognerà toccare l'organico. Altrimenti, il compito, già di per sé difficile, diventerà impossibile». Per centrare la serie A occorrerà iniziare bene il nuovo anno, magari con un successo a Como. «Non c'è alcun dubbio. Bisognerà prendere i tre punti. Mi spiace per il mio amico, Lulù Oliveira, ma andremo a Como per vincere. Lui ha già fatto tanti gol. Per una domenica, farà bene a starsene buono. Tra l'altro, lui soffre le marcature asfissianti. Si innervosisce e combina poco». Bloccato Oliveira, bisognerà fare gol per vincere. «Mi auguro, quanto prima, di poter dare anche io il mio contributo. Sono sempre in debito con la società, con i compagni, con i tifosi. Da quando sono arrivato, nessuno ha mai visto il vero Moriero. Spero di poter dare il meglio d'ora in poi. Se sono Moriero non è per la mia bellezza, direi proprio di no, ma per quanto ho fatto vedere in campo. Voglio chiudere alla grande». Lo svantaggio in classifica si potrà recuperare? «Penso proprio di sì. Adesso, c'è continuità di risultati. Con la forza dei giovani, con l'esperienza di noi vecchietti (dobbiamo dare di più), il Napoli potrà rimontare. Ne sono convintissimo. Abbiamo il dovere di provarci. Gennaio sarà il mese decisivo per noi. A Como, il salto di qualità». Sarà più facile, poi, ritornando a giocare al San Paolo. «Sì. Il San Paolo (foto in basso) ci manca tantissimo, anche se dobbiamo ringraziare i tifosi di Benevento. Sono stati vicini ad una squadra che, sinora, si è battuta bene, nonostante i tanti problemi che ha dovuto superare».

Fonte: Il Portico

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