Tu sei qui: Flusso di CoscienzaIngiusta vessazione, nella penna di Klaus di Amalfi un dialogo mancato tra l'uomo e Dio
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), sabato 25 ottobre 2025 11:53:28

Ci sono parole che nel tempo si sono consumate, svuotate dal troppo uso: Padre, fede, giustizia, amore. Parole che un tempo accendevano speranza e oggi, di fronte alle disuguaglianze del mondo, sembrano risuonare come echi lontani. Da questo smarrimento nasce Ingiusta vessazione, un atto di coscienza, un dialogo interrotto con Dio e con l'umanità.
Klaus di Amalfi, con voce intensa e ferita, interroga il silenzio divino e denuncia l'indifferenza umana. Non bestemmia, ma prega con la rabbia lucida di chi non si rassegna. La sua scrittura è insieme preghiera e accusa, dolore e speranza: un invito a ritrovare nell'uomo la sola divinità possibile — quella che si manifesta nei gesti di fraternità, di giustizia, di condivisione.
Perché, come scrive l'autore, "un padre vero divide il pane, non divide il mondo".
Ingiusta vessazione
é un atto di coscienza .
Un dialogo mancato con Dio , che forse ha la colpa di volare troppo in alto .
E di rendersi , inconsapevolmente , irraggiungibile .
É insieme , un invito a ritrovare nell'uomo la sola forma possibile di divinitá /umana .
Quella più a portata di mano .
Piú immediata .
Quella che si fa fraternitá compassione , giustizia .
Perché probabilmente Dio non é scomparso , ma aspetta solo di essere riconosciuto nei gesti di chi condivide il pane senza dividere il mondo .
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Ingiusta vessazione
Immaginate
un padre con due figli.
Immaginate
una madre assente ,
come scappata di casa .
La sua foto
é appesa alla parete . Gigante.
Sorride . Rassicura .
Ma non per sempre .
Non per tutti .
All'esterno , molti ,
pensano che quei due figli vivano la stessa vita .
In realtá , uno consuma
tre pasti al giorno ,
veste bene , ha sapone , acqua e doccia quotidiana .
Ha soldi da spendere ,
oltre al lavoro .
Guida l'auto , la bici ,
il motorino .
Scarpe di lusso ,
comode e alla moda . Sciarpa , foulard ,
profumo, papillon .
Cappello , occhiali da vista e da sole , bastoncino .
Porta a passeggio
pure il barboncino .
Orologio a energia solare . Ultimo tipo . Cellulare . Postazione digitale .
Abita in casa .
Ha le chiavi in tasca ,
come padrone .
L'altro figlio , invece, non
dispone di tutto questo .
Dorme all'addiaccio ,
puzza, non si lava .
Non profuma ,
é vestito sempre uguale , senza cambio ,
senza armadio .
Non ha casa .
Per lui non c'é famiglia ,
non c'é padre .
Neanche la foto materna da guardare .
E cosí guardo la vita
nel mondo e penso :
non puó esserci
un padre vero ,
se distingue tra figlio
bianco e quello nero .
Non si puó accettare che due fratelli
dello stesso sangue , vivano in condizioni
tanto diverse .
Se davvero fossero
o si sentissero fratelli ,
insieme
dovrebbero rivolgersi a quel padre
affinché riporti ordine , equilibrio , giustizia , amore.
Ma non é cosí .
Quando sento parlare
di " Dio Padre " ,
quella parola mi irrita .
Per chi soffre
e si sente abbandonato ,
suona come una beffa ,
una vessazione.
Perché al mondo ci sono troppi figli che piangono , troppi figli che non hanno pane né casa , né acqua ,
né chi li protegga .
Immaginate
un bambino di Kibera,
a Nairobi : baracche di lamiera , fango e polvere .
Il suo corpo
é coperto di ferite ,
il volto segnato dalla fame ,
e deve pure correre tra rifiuti e povertá ,
senza un Padre Celeste
che gli porga la mano .
Pensate
ai bambini di Haiti , a Port-au-Prince ,
dove il terremoto ha lasciato macerie e orfanotrofi sovraffollati .
Dormono all'aperto ,
tra rovine e topi ,
e il loro pianto si mescola
al vento caldo e ai lamenti delle madri scomparse .
Guardate i piccoli di *lDhaka, in Bangladesh : trafficata cittá di fango
e acqua stagnante .
Bambini che vendono oggetti per pochi centesimi, che si ammalano
e non hanno cure ,
che sanno cos'é la fame prima dei cinque anni .
Poi ci sono i bambini
di Sierra Leone , nelle campagne devastate
dall' Ebola
e dalla povertá estrema .
Portano i segni
della guerra
e della malnutrizione .
Ogni giorno
é lotta per sopravvivere , ogni pasto é una conquista, e nessun Padre Celeste
li riscalda .
E infine i piccoli di Afghanistan , nelle province lontane da Kabul : scuole distrutte , case sventrate , ragazze e ragazzi privi di futuro .
Non hanno giocattoli ,
né libri , né sapone .
Solo fame , paura e deserti che rimbombano di silenzi .
L'unica via d'uscita , forse l'unica redenzione possibile , non viene dall'alto , ma dall'interno .
Non dal " Padre ",
ma dai fratelli .
Perché ,
se davvero esistesse
un Dio Padre
buono e giusto ,
non permetterebbe che
uno solo dei suoi figli piangesse .
Un padre vero
divide il pane ,
non divide il mondo .
Forse
esiste una Madre , dimenticata :
un'Idea di Bene
fuggita di casa ,
la cui immagine
resta appesa nei templi
e nei cuori .
Sorridente , ma muta .
Consola , ma non nutre .
Promette amore universale
e lascia
una fraternità mutilata .
Cosí
l'unica divinitá/umana credibile resta l'uomo stesso , quando si fa fratello .
Quando condivide il pane , la casa , l'acqua , la dignitá .
Quando
non attende ordini dal cielo, ma
ascolta il gemito della terra.
Non c'é un Dio Padre .
O forse sí , ma troppo indaffarato .
Distratto .
Assente .
Impegnato altrove .
Nell'attesa che si ricordi
meglio darsi da fare .
Facciamo in modo
che ci sia un'umanitá che diventi madre Vera :
che accolga ,
che protegga ,
che riconosca in ogni volto lo stesso sangue .
Finché questo accadrà, anche senza fede ,
ci sará almeno giustizia .
E forse , solo allora ,
Dio , se dovesse risvegliarsi, potrá tornare a casa .
Klaus di Amalfi
Fonte: Il Vescovado
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