Tu sei qui: Storia e Storie55 anni fa la strage di Piazza Fontana. ANPI: «Ricordare per combattere l'indifferenza e il revisionismo storico»
Inserito da (Admin), giovedì 12 dicembre 2024 07:27:02
Il 12 dicembre segna un triste anniversario per l'Italia: quello della strage di Piazza Fontana a Milano, avvenuta nel 1969, una delle pagine più buie della storia italiana recente. L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, prende questa occasione per riflettere sulla memoria storica e l'importanza di mantenere vivo il ricordo di quegli eventi tragici. Questa data ricorda non solo le vittime innocenti che persero la vita o rimasero ferite, ma anche la pericolosità persistente delle ideologie estremiste.
La strage di Piazza Fontana, che causò la morte di 17 persone e il ferimento di altre 88, è stata solo l'inizio di una serie di attacchi neofascisti che hanno insanguinato l'Italia per decenni. Questo evento non è solo un ricordo di un passato lontano, ma serve anche come monito contro i pericoli del fascismo che, come sottolineato dall'ANPI, non è ancora "una storia morta e sepolta". L'associazione sottolinea l'importanza dell'antifascismo come dovere morale e civico, incoraggiando la conoscenza e la comprensione degli eventi per combattere l'indifferenza e il revisionismo storico.
12 dicembre 1969: ricordare, conoscere, comprendere
Al lupo! Al lupo! Ma cos'hanno questi antifascisti da urlare sempre "al fascismo! al fascismo!", come se non fosse una storia morta e sepolta vecchia di un secolo fa? Ebbene, noi dell'Associazione Partigiani (ANPI) rileviamo che questa brutta storia è ancora attuale e pericolosa, e che per scongiurarne il ritorno è necessario non perdere memoria del passato. Perciò, oggi va ricordato che il 12 dicembre 1969 una bomba posta all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana a Milano uccise 17 persone e ne ferì 88.
Fu la prima di una catena di stragi neofasciste che proseguì nel tempo innescando il luttuoso periodo degli attentati e del terrorismo. Ad essa seguì l'esplosione di Piazza della Loggia a Brescia (maggio 1974, 8 morti e 102 feriti), l'ordigno sul treno Italicus (agosto 1974, 12 morti e 105 feriti), la bomba alla Stazione di Bologna (agosto 1980, 85 morti e 200 feriti) e una serie di eccidi minori solo per numero di vittime. Lo scempio di Piazza Fontana va ricordato non soltanto per spiegare che cosa è il fascismo e che cosa ha fatto anche dopo essere stato sconfitto dalla storia e dal popolo italiano, ma anche per i tanti depistaggi che minarono da subito le indagini, tesi a incolpare un opposto versante politico (basti pensare alle infondate accuse rivolte all'anarchico Giuseppe Pinelli, la cui morte è ancora oggi avvolta dal mistero o all'inchiesta su Pietro Valpreda, risultato poi assolto dopo quasi vent'anni di processi che hanno accertato la matrice fascista della strage). Quel che appare tutt'oggi incomprensibile ed ambiguo, peraltro, è l'atteggiamento degli odierni epigoni di quella nefasta ideologia (alcuni dei quali siedono al Governo e in Parlamento), che su queste vicende o tacciono o tentano maldestramente di contrapporvi l'estremismo violento di sinistra quasi come un bilanciamento giustificativo. La verità è che il crudele terrorismo rosso degli anni '70 fu combattuto e vinto grazie all'apporto di tutte le forze democratiche, di sinistra, di centro e della destra liberale, proprio come era avvenuto decenni prima con la lotta di liberazione partigiana. Non altrettanto hanno fatto e fanno oggi gli eredi di quel regime che fu complice di Hitler, soppresse ogni libertà e mandò a morte migliaia di compatrioti nelle sue sciagurate scelte belliche. E' vergognoso contrapporre l'antifascismo al fascismo come fossero due facce della stessa medaglia, due opzioni politiche opposte ma equivalenti: in realtà i fascisti hanno oppresso e insanguinato l'Italia, gli antifascisti l'hanno invece liberata
e ricostruita sulla base della Costituzione repubblicana e democratica.
La lotta alla dittatura è il vero dato storico unificante dell'intero popolo italiano, in essa e nella Costituzione del '48 tutte le forze e gli attori della politica non dovrebbero esitare a riconoscersi. Purtroppo, non è così, c'è ancora chi pensa di usare fatti storici di tutt'altro contesto o di tutt'altro sviluppo (i regimi comunisti dell'est, la narrazione distorta, superficiale e incompleta delle foibe in Venezia Giulia, etc.) quasi come contraltare ai crimini del fascismo, nel tentativo assurdo di minimizzarne le colpe.
Per questo vanno ricordati Piazza Fontana e gli anni di piombo, per impedire a chi ha poca memoria e pochi libri di mistificare precise responsabilità politiche e penali in un unico calderone indistinto: non di "opposti estremismi" si trattò, ma di una chiara "strategia della tensione" perseguita dalla destra eversiva. La Repubblica italiana attivò allora gli anticorpi democratici e civili per contrastarne gli esiti, ma occorre oggi ancora rafforzarli nella società e nello Stato: con i soli mezzi idonei, che sono la conoscenza e la cultura.
Fonte: Il Vescovado
rank: 101844100
di Massimiliano D'Uva Novanta primavere, ognuna vissuta con il garbo e l'energia di chi ha saputo fare dell'ospitalità un'arte e della gentilezza una vocazione, senza mai perdere la sua innata leadership, fatta anche di autorevole risolutezza. Virginia Attanasio, figura storica e insostituibile de Il...
800 rose antiche, 1.200 viole, 1.000 piante di ruscus, oltre a ciliegi, viti e meli cotogni messi a dimora nell'area verde della casa del Giardino di Ercole di Pompei, anche detta "casa del profumiere", per la probabile produzione e commercializzazione di profumi che qui avveniva. L'immissione delle...
di Massimiliano D'Uva "Ma gli dai il cornetto al mattino al tuo cane?", ho chiesto una volta al mio carissimo amico Vincenzo Russo guardando affascinato il suo cane gustarlo con grande voracità: "No!" - mi rispose perentorio - "La mattina gli do 10 euro e si compra quello che vuole!" E' la prima cosa...
di Massimiliano D'Uva Il 2 giugno 1946 è una data simbolica: l'Italia usciva devastata da una guerra che l'aveva vista sconfitta sul campo e, per la prima volta, chiamava al voto anche le donne. Il referendum istituzionale tra Monarchia e Repubblica fu vissuto come l'inizio di una nuova era. Vinse la...