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Arabia Saudita, 5 anni dalla morte di Khashoggi giornalista del Washington Post

Venne torturato e ucciso nel consolato di Riad a Istanbul dove si era recato per ritirare i documenti necessari al matrimonio con la fidanzata turca Hatice Cengiz. Non ne uscì mai

Inserito da (Redazione Nazionale), domenica 1 ottobre 2023 15:33:49

Sono trascorsi 5 anni dalla morte del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi voce critica del principe ereditario Mohammed bin Salman.

La sua morte avvenne ad Istanbul, alle 13.14 del 2 ottobre del 2018 quando entrò nel consolato di Riad per ritirare i documenti necessari al matrimonio con la fidanzata turca Hatice Cengiz, da lì non ne uscì mai più.

La futura sposa aveva accompagnato il giornalista, aspettandolo fuori, chiedendole di lanciare l'allarme nel caso in cui gli fosse successo qualcosa.

Dopo ore di attesa, Cengiz lo fece, avvertendo i funzionari turchi del fatto che Khashoggi non era più uscito dal consolato, ma ormai era troppo tardi.

Il giornalista saudita era infatti già stato ucciso, come dimostrano le registrazioni raccolte dalle autorità di Ankara: in questi cinque anni è mancata drammaticamente all'appello un'indagine internazionale, indipendente e imparziale sull'omicidio.

Essendo avvenuto in Turchia l'omicidio, Erdogan ha più volte chiesto di poter giudicare i sospetti nel suo Paese.

''Non riesco a respirare'', sarebbero state le sue ultime parole secondo una trascrizione diffusa per la prima volta dalla Cnn citando fonti turche che hanno parlato di una colluttazione, di urla e poi di rumori vari.

Il tutto, avvenne nel giro di non più di due ore, come scrisse il New York Times: torturato, ucciso e cadavere fatto sparire.

Il Washington Post, giornale per cui Khashoggi lavorava come editorialista, ha più volte diffuso trascrizioni con ''particolari raccapriccianti'' sulla sua morte.

Non è tutto: c'è un'inchiesta Onu che parla di prove credibili del coinvolgimento di Mohammed bin Salman nell'omicidio del giornalista.

Riad aveva negato ogni responsabilità, dicendo di non essere a conoscenza delle sorti del giornalista, ma poi ha ammesso che Khashoggi era stato ucciso in un'operazione ''canaglia'' e che "non era stata autorizzata".

Amnesty ricorda infine che, dopo l'omicidio di Khashoggi, ''sotto la guida del principe della Corona Mohamed bin Salman le autorità saudite hanno intensificato la repressione fino a raggiungere un livello e una dimensione senza precedenti''.

Non tutto è oro quel che luccica, (anche) in Arabia Saudita.

Fonte: Booble

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