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Tu sei qui: Storia e StorieIl rapimento di Aldo Moro: un ricordo personale sull'imprinting politico degli anni di piombo

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Esterno Notte, Aldo Moro, Storia, Politica, Riflessioni

Il rapimento di Aldo Moro: un ricordo personale sull'imprinting politico degli anni di piombo

Il film di Marco Bellocchio, incentrato sul rapimento di Aldo Moro, ha suscitato il ricordo della professoressa Mansi, all'epoca poco più che una bambina

Inserito da (Admin), lunedì 23 gennaio 2023 19:39:16

di Paola Mansi*

Il recente passaggio in video di "Esterno Notte" ha suscitato ricordanze tutt'altro che sopite.

Lo ricordo bene con quella pennellata bianca sui capelli neri.

Lo ricordo bene l'onorevole Aldo Moro, seduto tra i banchi della Chiesa di San Francesco a Monte Mario, di domenica, con la moglie, la signora Eleonora, nostra catechista.

Gli occhi della memoria di una bambina restituiscono una figura maestosa dallo sguardo cordiale. Il suo rapimento, anni dopo, fu oggetto di riflessioni in famiglia. Nonostante non abitassimo più a Roma seguivamo la vicenda con commosso coinvolgimento quasi si trattasse di un affine.

Le immagini scorrono: Via Stresa, Via Trionfale, Via Fani, luoghi a noi noti, parte del nostro vissuto.

Affondare nei ricordi è una carezza alla memoria.

Quelli furono gli anni del mio battesimo politico, dei confronti-scontri con mio padre fervente comunista e con il mio compagno di allora decisamente di destra; tenuti debitamente a distanza, mi feriva la riprovazione, seppur silente, di mio padre.

Anni bui e difficili. Anni di piombo. Le argomentazioni politiche estremizzate, la lotta armata, il terrorismo.

La dialettica politica, indubbiamente, mi affascinava e molto, tanto, devo a mio padre con il quale mi misuravo e che rispondeva alle mie domande provando ad essere imparziale. Sempre leale, moralmente integro.

Critico quando le scelte del partito non erano rispondenti all'ideologia politica, connotazione ben rara di questi tempi.

Un imprinting politico che mi ha condotta sui binari dell'onestà intellettuale, della coerenza emotiva e dell'etica. A concepire la politica come uno strumento teso al raggiungimento di quello che Aristotele asseriva: benessere materiale, fioritura morale, eudaimonia.

Avverto la mancanza del confronto politico, della logica, della ricchezza argomentativa e della forza persuasiva della politica, del sano scontro politico.

Non filosofia politica come qualcuno potrebbe obiettare ma mere regole di civiltà.

Lungi da me l'ardire di una disamina piuttosto un pensiero scritto sulla "mia politica"

 

*Paola Mansi è docente di Inglese presso l'Istituto Comprensivo "Roberto Rossellini" di Maiori - Minori

Fonte: Il Vescovado

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